Petrolmafie-Dedalo, aumenta il numero di patteggiamenti e abbreviati (NOMI)

Nuova udienza scaturita dall'inchiesta della Dda di Catanzaro che vede 85 imputati. Stralciata una posizione per difetti di notifica

Salgono a nove i patteggiamenti e aumentano da dieci a diciotto i riti abbreviati, mentre si riducono da 67 a  57 gli imputati che hanno optato per l’ordinaria udienza preliminare, nell’ambito dell’inchiesta Petrolmafie spa, il cui troncone catanzarese è stato ribattezzato “Dedalo”. Il gup distrettuale del Tribunale di Matteo Ferrante ha inoltre stralciato la posizione di Gabriele La Barbera di Palermo, per difetti di notifica e gli atti sono stati trasmessi in Procura.

Gli imputati che hanno deciso di patteggiare la pena

Gli imputati che hanno deciso di patteggiare la pena

I patteggiamenti passano da otto a nove e riguardano Alberto Pietro Agosta, di Catania; Enrico Agosta di Catania; Gennaro Basile di Napoli, Luigi Borriello di Torre del Greco (Na), Raffaele Celotto di Napoli, Francesco Reugeri di Motta Sant’Anastasia, Antonino Signorello, di Belpasso, Ciro Sodano di San Giorgio a Cremano e Giuseppe Terranova di Vibo Valentia, patteggiamenti che verranno definiti al termine dell’udienza preliminare che vede ridotti a 57 gli imputati, che hanno scelto l’ordinario e le cui discussioni difensive proseguiranno il prossimo 20 ottobre.

I 57 che hanno scelto l’ordinaria udienza preliminare

Nella scorsa udienza davanti al gup Matteo Ferrante il pm della distrettuale aveva chiesto il rinvio a giudizio per 67 imputati, che avevano optato per il rito ordinario (LEGGI QUI), il cui numero oggi si è ridotto a 57 in considerazione del fatto che altri imputati hanno deciso di optare per il rito abbreviato e per il patteggiamento. Proseguono l’udienza preliminare Roberto Aguì di CataniaNicola Amato, di Catania;  Benedetto Avvinto di Portici (Na);  Anna Bettozzi di Roma; Anna Buonfante di Portici (Na), Vincenzo Campajola di Giugliano (Na), di Carignano (To); Isaia Angelo Antonio Capria di Nicotera; Alberto Coppola di Pollena Trocchia (Na), Carmine Coppola, di Napoli; Roberta Coppola di Pollena Trocchia (Na), Felice D’Agostino di Martinsicuro (Te), Angela D’Amico di Vibo, Antonio D’Amico di Vibo, Domenica D’Amico di Vibo, Giuseppe D’Amico di Vibo, Rosa D’Amico di Vibo, Francesco D’Angelo di Vibo, Gaetano Del Vecchio di Tropea, Virginia Di Cesare di Roma, Biagio Esposito di San Giorgio a Cremano (Na), Carmelo Fabretti di Catania, Giuseppe Fasulo di Statte (Ta), Sebastiano Foti di Catania, Antonio Francolino di Catanzaro, Salvino Frazzetto di Catania, Gregorio Giofrè di San Gregorio d’Ippona,  Gennaro Gravino di San Giorgio a Cremano (Na), Giasone Italiano di Delianuova,  Salvatore La Rizza di Vibo Valentia, Cesare Nicola Limardo di Limbadi, Paolo Lipari di Stefanaconi, Sebastiano Lo Torto di Nicotera,  Luigi Mancuso di Limbadi, Silvana Mancuso di Limbadi, Nazzareno Matina di Stefanaconi, Giulio Mitidieri di Potenza, Francesco Monteleone di Vibo Valentia, Luciano Morabito di Africo, Lucia Nurcato di Napoli, Irina Paduret di Milano, Zhelev Peyo Petkov di Vibo Valentia, Fabio Pirro di Napoli, Francesco Saverio Porretta di Milano, Antonio Prenesti di Nicotera,  Rosamaria Pugliese di Nicotera, Rocco Raccosta, di Oppido Mamertina,   Giuseppe Ruccella di Filogaso, Fortunato Salamò di Zambrone, Rosario Cristian Santoro, di Palermo, Damiano Sciuto di Catania, Salvatore Solano di Stefanaconi, Francescantonio Tedesco di Ionadi,  Roberto Domenico Tirendi di Catania, Ernesto Tortora di Napoli, Roberto Trovato di Santa Domenica Vittoria (Me), Angelo Ucchino di Giardini Naxos, Gennaro Vivese di San Giorgio a Cremano.

Gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato

Passano da 10 a 18 gli imputati ammessi al rito abbreviato, il cui numero potrebbe ulteriormente aumentare, qualora gli avvocati dovessero decidere di farne richiesta nel corso della prossima udienza. Saranno giudicati con rito abbreviato Francescantonio Anello di Filadelfia, Giuseppe Barbieri di Sant’Onofrio; Armando Carvelli di Crotone, Giovanni Carvelli di Petilia Policastro;  Gerardo Caparrotta; Salvatore Giorgio di Catanzaro; Vincenzo Zera Falduto di Reggio Calabria, Giocchino Falsaperla di Catania, Filippo Fiarè di San Gregorio d’Ippona, Pasquale Gallone di Nicotera, Marco Lione di Terzigno (Na), Giuseppe Mercadante di Casal di Principe (Ce), Antonio Ricci di Montecorvino Pugliano, Alessandro Primo Tirendi di Gravina di Catania, Francesco Mancuso di Limbadi, Daniele Prestanicola di Maierato; Domenico Rigillo di San Vito sullo Ionio, Orazio Romeo di Acireale. Le discussioni su coloro che hanno chiesto il rito abbreviato sono state rinviate al prossimo 13 dicembre nell’aula Bunker di via Paglia a Catanzaro per la requisitoria del pubblico ministero. Per le posizioni riguardanti Domenico Rigillo e Giorgio Salvatore, difesi dai legali Giovanni Russomanno, Vincenzo Cicino e Salvatore Giunone, è prevista però una data di udienza antecedente, quella del 20 ottobre, la stessa data dell’udienza preliminare, giorno in cui gli avvocati presenteranno una produzione documentale davanti al gup Matteo Ferrante.

Parti civili

Il gup ha ammesso come parte civili la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’interno, l’Agenzia delle dogane, l’Agenzia delle Entrate, la Regione Calabria, l’Associazione Antiracket e Antiusura (assistita dai legali Giovanna Fronte e Maria Antonietta La Monica), l’associazione Cooperporo, la Provincia di Vibo (avvocato Maria Rosa Pisani), dei Comuni di Vibo Valentia, di Sant’Onofrio (rappresentati entrambi dal legale Maria Antonietta La Monica) e Limbadi (avvocato Giulio Ceravolo).

Le ipotesi di accusa

Gli imputati devono rispondere a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, contraffazione e utilizzazione di documenti di accompagnamento semplificati. Reati aggravati dall’essere stati commessi per agevolare le associazioni ‘ndranghetistiche attive sul territorio calabrese, in particolare, quella dei Mancuso di Limbadi. (g. p.)

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