Petrolmafie-Dedalo, processo bis per 19 imputati. La Dda contro l’assoluzione di due imputati (NOMI)

Il processo di appello nei confronti di coloro che sono stati giudicati con rito abbreviato inizierà il prossimo 12 settembre

Ci sarà un nuovo processo per 19 imputati, giudicati con rito abbreviato nell’ ambito dell’inchiesta Petrolmafie spa, il cui troncone catanzarese è stato ribattezzato “Dedalo”, indagine che mira a far luce sulle attività illecite del clan Mancuso nel florido commercio fraudolento di prodotti petroliferi colpendo gli assetti organizzativi e logistici del sodalizio. I giudici di secondo grado di Catanzaro, che hanno fissato la prima udienza per il prossimo 12 settembre, dovranno decidere se confermare o ribaltare il verdetto emesso dal gup Paola Ciriaco il 5 maggio di un anno fa e se accogliere l’appello della Dda, che si è opposto all’assoluzione di due imputati (LEGGI), al termine di un processo in cui comunque hanno retto le ipotesi di accuse formulata dalla Dda coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri. Si tratta di Gregorio Gioffrè e Filippo Fiarè nei cui confronti il magistrato Antimafia, al termine della requisitoria, aveva invocato 8 anni e 5 mila euro di multa di multa ciascuno.  

I nomi delle 19 persone di nuovo sul banco degli imputati e il verdetto di primo grado 

I nomi delle 19 persone di nuovo sul banco degli imputati e il verdetto di primo grado 

Ritornano sul banco degli imputati Francescantonio Anello di Filadelfia, (condannato in primo grado a 7 anni e 8 mila euro di multa); Giuseppe Barbieri di Sant’Onofrio, (6 anni e 6mila euro di multa); Gerardo Caparrotta, (4 anni e 3mila di multa); Armando Carvelli di Crotone, (3 anni e 2 mesi reclusione, esclusa l’aggravante mafiosa);  Giovanni Carvelli di Petilia Policastro, (3 anni e 4 mesi, esclusa l’aggravante mafiosa);  Vincenzo Zera Falduto di Reggio Calabria, (2 anni e 10 mesi di reclusione); Giocchino Falsaperla di Catania, (3 anni e 8 mesi di reclusione e 10mila euro di multa con l’esclusione dell’aggravante mafiosa);  Pasquale Gallone di Nicotera, (6 anni e 6mila di multa);  Giorgio Salvatore, (7 anni e 10 mesi di reclusione); Giuseppe Mercadante di Casal di Principe (Ce), (4 anni e 2 mesi di reclusione); Daniele Prestanicola di Maierato, (7 anni e 8mila di multa);  Antonio Ricci di Montecorvino Pugliano, (2 anni e 6 mesi di reclusione);  Domenico Rigillo di San Vito sullo Ionio, (7 anni e 10 mesi di reclusione);  Orazio Romeo di Acireale, (5 anni di reclusione); Alessandro Primo Tirendi di Gravina di Catania, (6 anni e 8 mesi di reclusione);  Angelo Ucchino, di Giardini Naxos, (3 anni e 2 mesi di reclusione)  e Salvatore Ucchino, di Taormina (3 anni e 8 mesi di reclusione. E ancora  Gregorio Gioffrè e Filippo Fiarè di San Gregorio d’Ippona, assolti dal gup distrettuale di Catanzaro

Le ipotesi di accusa e l’altro troncone del processo

Gli imputati rispondono a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsioni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, contraffazione e utilizzazione di documenti di accompagnamento semplificati. Reati aggravati dall’essere stati commessi per agevolare le associazioni ‘ndranghetistiche attive sul territorio calabrese, in particolare, quella dei Mancuso di Limbadi, anche se per alcuni di loro è caduta l’aggravante mafiosa.Per altri 54 imputati coinvolti nella stessa inchiesta e che hanno scelto di continuare l’ordinaria udienza, già stati rinviati a giudizio dal gup Matteo Ferrante ad ottobre del 2021 (LEGGI QUI)  è in corso il processo dibattimentale davanti al tribunale collegiale di Vibo Valentia.

Le parti civili costituite

Sono in tutto dodici le parti civili costituite: la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’interno, l’Agenzia delle dogane, l’Agenzia delle Entrate, la Regione Calabria, l’Associazione Antiracket e Antiusura (assistita dai legali Giovanna Fronte), l’associazione Cooperporo edile, la Provincia di Vibo (avvocato Maria Rosa Pisani), dei Comuni di Vibo Valentia, di Sant’Onofrio (rappresentati entrambi dal legale Maria Antonietta La Monica) e Limbadi (avvocato Giulio Ceravolo), l’imprenditore Filippo Colacchio.

Il collegio difensivo

Tra gli avvocati impegnati in Petrolmafie, sia per quanto riguarda il troncone ordinario, che per l’abbreviato, ci sono, tra gli altri, i nomi di Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Giovanni Russomanno, Salvatore Giunone, Vincenzo Ioppoli, Wanda Bitonte, Luigi Latino, Eugenio Minniti, Sergio Rotundo, Giuseppe Torchia, Salvatore Sorbilli, Tiziano Saporito, Alessandro Parisi, Alessandro Diddi, Vincenzo Gennaro, Mario Murone, Antonio Ingroia, Marco Tullio Martino, Salvatore De Bonadies, Giuseppe Monteleone, Ornella Valenti, Francesco Giuseppe Finocchiaro, Marco Esposito, Daniela Garisto, Giovanni Vecchio, Gianfranco Giunta, Francesco Sabatino, Francesco Carioti, Nicola Cantafora, Guido Contestabile, Stefano Luciano, Vincenzo Belvedere, Antonio Porcelli, Armando Veneto e Diego Brancia.

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