Si riapre la partita sui sigilli dei beni di Michele D’Angelo e della moglie, sequestrati nell’ambito della maxi inchiesta della Dda di Catanzaro sul business degli idrocarburi nome in codice Pietrolmafie-Dedalo e ritenuti di proprietà di Francesco D’Angelo, padre di Michele. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso degli avvocati Salvatore Staiano e Giuseppe Mussari, annullando con rinvio l’ordinanza del Riesame di Catanzaro, che aveva solo in parte disposto il dissequestro dei beni mentre il Tribunale di Vibo aveva respinto l’istanza, confermando l’ordinanza genetica. Adesso gli atti ritornano a Catanzaro per un nuovo riesame sulla misura cautelare reale nei confronti dei coniugi.