Pfizer allerta: “Anche i vaccinati con la terza dose trasmettono il Covid”

"Il richiamo non è sufficiente ad impedire il contagio, servono comunque delle misure di distanziamento fisico per rallentare la pandemia da Covid"
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La diffusione di Omicron sta complicando le cose, anche se i segnali sulla protezione contro le forme gravi della malattia sono rassicuranti: “Servono ancora i test per proteggere i vulnerabili”. Il vaccino, soprattutto dopo la terza dose, sembra riesca a dare una protezione efficace contro le forme più gravi di Covid-19 anche con la variante Omicron, ma purtroppo il richiamo non è sufficiente ad impedire il contagio, e servono comunque delle misure di distanziamento fisico per rallentare la pandemia. Lo sostiene il cofondatore e amministratore delegato della BioNTech, Ugur Sahin, uno dei ‘padri del vaccino Comirnaty prodotto insieme alla Pfizer.

La diffusione di Omicron sta complicando le cose, anche se i segnali sulla protezione contro le forme gravi della malattia sono rassicuranti: “Servono ancora i test per proteggere i vulnerabili”. Il vaccino, soprattutto dopo la terza dose, sembra riesca a dare una protezione efficace contro le forme più gravi di Covid-19 anche con la variante Omicron, ma purtroppo il richiamo non è sufficiente ad impedire il contagio, e servono comunque delle misure di distanziamento fisico per rallentare la pandemia. Lo sostiene il cofondatore e amministratore delegato della BioNTech, Ugur Sahin, uno dei ‘padri del vaccino Comirnaty prodotto insieme alla Pfizer.

Misure di protezione essenziali per l’intero inverno

“Dobbiamo essere consapevoli che anche chi ha avuto la terza dose può trasmettere la malattia, e che quindi sarà necessario fare i test, specialmente per coloro che sono a contatto con persone vulnerabili”, ha detto in un’intervista a Le Monde, sostenendo che “con la Omicron che diventa dominante, le misure di protezione rimarranno essenziali, soprattutto questo inverno”, altrimenti “non saremo in grado di controllare la rapida espansione di questa nuova variante”. La buona notizia è che però in generale “i dati sulla realtà che arrivano dal Regno Unito e dal Sudafrica ci forniscono informazioni rassicuranti”. La scorsa settimana, Discovery Health, la principale compagnia di assicurazioni mediche private del Sudafrica, e Public Health England hanno fornito le loro analisi sulla diffusione dell’Omicron.

Protezione contro forme più gravi

“I dati preliminari in Gran Bretagna hanno mostrato circa il 70% di efficacia dopo la terza dose e circa il 20%-40% dopo la seconda dose”, afferma lo scienziato, anche se un nuovo studio dell’Imperial College di Londra, pubblicato dopo l’intervista al giornale francese, abbassa addirittura quest’ultima cifra al di sotto del 20%. “I sudafricani fanno osservazioni simili. I loro dati mostrano anche che la protezione contro le forme gravi dopo due dosi sarebbe del 70%, il che penso possa essere un po’ sottovalutato”, ha continuato Ugur Sahin. Sulla durata di questa relativa protezione un team tedesco ha recentemente riportato un calo molto rapido dell’efficacia, anche dopo tre dosi. Dopo tre mesi, è sceso al 25%.

Protezione dalla malattia, ma non dall’infezione

“Ci sarà una perdita di efficacia contro Omicron nel tempo, è molto probabile, ma è ancora da misurare quanto velocemente”, ha però detto lo scienziato, secondo cui non si possono basare “le previsioni su dati preliminari di laboratorio, ma servono dati reali”. In ogni caso, ha ammesso, “è ovvio che siamo lontani dall’efficacia del 95% che avevamo raggiunto contro il virus iniziale”. Tuttavia, ha concluso, “dopo la terza iniezione il nostro vaccino sembra fornire una protezione del 70% o 75% contro la malattia, che è comunque un buon risultato per un vaccino in generale, e penso che andremo ben oltre per la protezione contro le forme gravi”.

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