Convalida dell’arresto e disposizione della misura cautelare dei domiciliari. E’ questa la sentenza del Tribunale Ordinario di Catanzaro, relativamente a Vincenzo Talarico, del 1966.
L’indagato è difeso dagli avvocati Maurizio Giacobbe ed Orlando Sapia ed è finito agli arresti poiché accusato di coltivazione di canapa nella sua azienda senza la prevista autorizzazione. I fatti si sono verificati il 30 maggio scorso, a Sellia Marina, dove le forze dell’ordine hanno individuato una piantagione di canapa indiana nell’azienda il cui titolare è Talarico. L’azienda era chiusa a causa della pandemia, ma un forte odore di canapa aveva attirato l’attenzione carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro con il supporto dello Squadrone Carabinieri Cacciatori e il Nucleo Cinofili Carabinieri di Vibo Valentia.
L’indagato è difeso dagli avvocati Maurizio Giacobbe ed Orlando Sapia ed è finito agli arresti poiché accusato di coltivazione di canapa nella sua azienda senza la prevista autorizzazione. I fatti si sono verificati il 30 maggio scorso, a Sellia Marina, dove le forze dell’ordine hanno individuato una piantagione di canapa indiana nell’azienda il cui titolare è Talarico. L’azienda era chiusa a causa della pandemia, ma un forte odore di canapa aveva attirato l’attenzione carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro con il supporto dello Squadrone Carabinieri Cacciatori e il Nucleo Cinofili Carabinieri di Vibo Valentia.
L’accurata ispezione dei luoghi svolta dai Carabinieri ha permesso di individuare nelle vicinanze della piantagione un’area predisposta per l’essiccamento delle infiorescenze e delle foglie della cannabis per la preparazione della marijuana. Si tratta di uno dei sequestri più significativi effettuati nella provincia negli ultimi anni per quanto concerne la coltivazione di piante di cannabis proibite dalla legge. Tenuto conto del valore di mercato dello stupefacente in argomento si ritiene che le piante rinvenute avrebbero potuto fruttare un guadagno di circa 9.000.000 € nel mercato all’ingrosso.