Aggressione in piazza, annullata la condanna di un pluripregiudicato calabrese

Il 34enne era stato condannato con l’accusa di lesioni personali aggravate dopo aver aggredito la vittima con calci e pugni
assolto imprenditore di catanzaro-alt

La Suprema Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro che confermava la sentenza di condanna per lezioni personali aggravate emessa dal Tribunale di Castrovillari nei confronti di un pluripregiudicato 34enne rossanese. Nello specifico, all’imputato si contestava di aver sferrato calci e pugni alla parte offesa, colpendola all’occhio sinistro e cagionando lesioni consistite in “ecchimosi sottorbitaria sinistra; escoriazione al gomito sinistro avambraccio destro ed ecchimosi destro ed ecchimosi coscia destra” giudicate guaribili in cinque giorni.

Per come riferito dalla vittima, l’aggressione si sarebbe consumata in una centralissima piazza dell’area urbana di Rossano dove le urla di due persone che litigavano avevano richiamato l’attenzione di un agente del commissariato cittadino che, libero dal servizio, stava transitando con la propria autovettura nei paraggi. Avvicinatosi nel tentativo di placare gli animi e qualificatosi come agente, l’uomo era intervenuto quando, nel corso della lite, l’imputato aveva sferrato uno schiaffo alla vittima. Sul posto erano poi intervenuti anche i carabinieri che, fermati dal poliziotto, avevano provveduto ad identificare i presenti. La parte offesa, che riferiva di essere stata vittima dell’aggressione e di aver riportato delle lesioni, invitata a recarsi presso il Pronto Soccorso per visita medica, presentava nell’immediatezza una denuncia-querela ricostruendo dettagliatamente l’accaduto.

Per come riferito dalla vittima, l’aggressione si sarebbe consumata in una centralissima piazza dell’area urbana di Rossano dove le urla di due persone che litigavano avevano richiamato l’attenzione di un agente del commissariato cittadino che, libero dal servizio, stava transitando con la propria autovettura nei paraggi. Avvicinatosi nel tentativo di placare gli animi e qualificatosi come agente, l’uomo era intervenuto quando, nel corso della lite, l’imputato aveva sferrato uno schiaffo alla vittima. Sul posto erano poi intervenuti anche i carabinieri che, fermati dal poliziotto, avevano provveduto ad identificare i presenti. La parte offesa, che riferiva di essere stata vittima dell’aggressione e di aver riportato delle lesioni, invitata a recarsi presso il Pronto Soccorso per visita medica, presentava nell’immediatezza una denuncia-querela ricostruendo dettagliatamente l’accaduto.

Il processo

In seguito alla denuncia, ebbe inizio il processo di primo grado dinanzi al Tribunale di Castrovillari che condannò il 34enne con l’accusa di lesioni personali aggravate. La sentenza fu poi confermata all’esito del giudizio di secondo grado dai giudici della Corte di Appello di Catanzaro. Impugnata anche quest’ultima statuizione, si è quindi giunti dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione che, in totale accoglimento delle richieste avanzate dal penalista avvocato Francesco Nicoletti, ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro con cui si confermava la pronuncia di primo grado.

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