La confessione di Renzi: “Pignatone fece saltare la nomina di Gratteri a Ministro della Giustizia”

Matteo Renzi racconta di un'avversione più totale all’ipotesi Gratteri: "Aveva idee troppo rivoluzionarie, era fuori dagli schemi"
Nicola Gratteri

Matteo Renzi racconta di una “avversione più totale all’ipotesi Gratteri”. Emergono nuovi particolari sulla mancata nomina del procuratore capo di Catanzaro a Ministro della Giustizia (LEGGI).Nicola Gratteri, proposto da Renzi come ministro della Giustizia, fu impallinato – sostiene nel suo libro l’ex presidente del Consiglio – da una sorta di congiura e dalle pressioni sul Quirinale. Naturalmente – scrive ancora il leader di Italia Viva – io avrei dovuto fare di più per rottamare le correnti della magistratura. Volevo azzerare il potere delle correnti nominando ministro un uomo capace e totalmente fuori dagli schemi. Qualcuno dice: fin troppo fuori dagli schemi. E avevo pensato a Nicola Gratteri, magistrato di valore da sempre in prima linea contro la ’ndrangheta”.

“No comment”

“No comment”

Matteo Renzi – come riporta Il Fatto Quotidiano – ri­vela di avere discusso tanto col procuratore calabrese. “Gratteri aveva idee rivoluzionarie – scrive -. Avremmo lavorato per il sorteggio al Csm, così da spezzare il meccanismo delle correnti. Avremmo rivoluzionato la responsabilità del magistrato che sbaglia”. Ma quando Renzi entra nella stanza del presidente Napolitano con il nome di Gratteri nel taschino, in pochi minuti, l’operazione naufraga clamorosamente. Magi­strati come il procuratore della Repub­blica di Roma, leader di varie correnti della magistratura, giudici eletti in Par­lamento con alte responsabilità fecero arrivare al Quirinale – in modo più o me­no diretto – la loro avversione totale all’i­potesi di Gratteri”. “Fu quindi Giuseppe Pignatone, presidente del Tribunale del Vaticano, ad affossare il procuratore capo di Catanzaro parlandone con Napolitano?”. Intervistato dal Fatto, l’ex procuratore di Roma risponde con un significativo “No comment“.

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