Pillola anticoncezionale gratuita, il fronte del ‘no’ alza la voce: “Grave e pericolosa”

L'associazione "Pro Vita & Famiglia" contesta la decisione dell'Aifa di rendere la pillola gratis per tutte le donne italiane
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Non piace a tutti il primo e atteso passo perchè in Italia diventi gratuita la contraccezione orale. Contro la svolta si è già fatto sentire con energia il fronte del “No” all’indomani dell’approvazione da parte del Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco della decisione di rendere gratuita con la prescrizione medica la pillola anticoncezionale per le donne italiane di tutte le fasce d’età. Di fatto in vigore già in alcune regioni come Puglia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana oltre alla Provincia autonoma di Trento. Nel Lazio il provvedimento era stato annunciato dalla giunta Zingaretti. Una scelta che se dalla prossima settimana sarà ratificata dal Consiglio di Amministrazione dell’Aifaavrà un costo per le casse dello Stato stimato in circa 140 milioni di euro l’anno. In controtendenza, dicono i detrattori, rispetto alle intenzioni del governo che sin dal suo insediamento ha sottolineato che i pochi fondi a disposizione dovranno essere prioritariamente impiegati per dare impulso alla natalità visto che il 2022 ha segnato l’ennesimo record negativo dall’Unità d’Italia con 393mila nascite.

“Effetti collaterali fisici e psicologici”

“Effetti collaterali fisici e psicologici”

Pro Vita & Famiglia bolla come “grave e pericolosa” la decisione dell’Aifa di rendere la pillola anticoncezionale gratuita. Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia si è chiesta come sia possibile “conciliare la pillola contraccettiva libera e gratuita come panacea di tutti i mali, senza sottolineare i gravi effetti collaterali fisici e psicologici che possono portare fino a depressione e istinti suicidari” ed “invitare le ragazzine a bombardarsi di ormoni”. Si dice ‘sconcertato’ Massimo Gandolfini, leader del Family Day, perché è una scelta che “va nella direzione opposta rispetto al problema della denatalità” con importanti risorse che “potrebbero essere allocate invece per alleviare le gravi condizioni di famiglie” con figli disabili che hanno necessità di farmaci “costosissimi non forniti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale”.

Un tema condiviso anche dal Moige-Movimento Italiano Genitori che arriva a dire che l’Aifa “discrimina chi fa i figli”. Una scelta che aiuta, secondo il direttore Antonio Affinita, “chi non vuole avere figli ma si dimentica delle famiglie”. “Noi vogliamo – dice – eguale gratuità per le spese diagnostiche e terapeutiche per i figli visto che la natalità è la vera emergenza nazionale”. A chiedere all’Aifa di “fare un passo indietro” è la senatrice di FdI Lavinia Mennuni perché “ben altre” sono le priorità socio sanitarie, come appunto la natalità e il sostegno alla famiglia. È la stessa esponente di FdI a ricordare che ad assumere la decisione sono stati ‘i vertici in scadenza dell’Aifa”, mentre è un compito che “compete alla politica”.

“Un provvedimento condivisibile”

Di opposto tenore il commento del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli: “Un provvedimento condivisibile, riduce le ineguaglianze e rende le donne uguali davanti alla salute”. Lo ha salutato con un: “Finalmente! Una decisione che stavamo aspettando. Alcune regioni lo avevano già deciso per le più giovani” la senatrice del Pd Cecilia D’Elia. Le fa eco Marta Bonafoni: ‘Un passo avanti importante a cui, però, deve seguire per la piena attuazione la convalida da parte del Cda dell’Aifa, cosa che spero possa accadere il più presto possibile”.

E anche per la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella è “una decisione attesa e giusta” che “rafforza l’autodeterminazione delle donne”. Parla di “ritorno al futuro” il presidente dell’Aied, Mario Puiatti. “Fino al 1993, ovvero fino a trent’anni fa – ricorda – la contraccezione era già gratuita, e questo ha contribuito anche alla sua conoscenza e diffusione tra le donne italiane”. E chiede di potenziare i consultori perché “devono essere pronti ad assistere soprattutto le adolescenti che vogliono usare la contraccezione orale”.

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