di Danilo Colacino – L’avvocato Giancarlo Pittelli, mediaticamente e forse non solo il principale imputato nell’ambito della maxioperazione Rinascita Scott, durante l’udienza del Riesame ha dichiarato in videoconferenza dal carcere di Nuoro (dov’è attualmente detenuto): “Non sono un mafioso né uno vicino a chi lo è”.
Questo l’epilogo, intorno a mezzanotte, sempre sotto il profilo atecnico, di una giornata interminabile, vissuta fuori e dentro (solo per gli addetti ai lavori ammessi, naturalmente) l’aula bunker di via Francesco Paglia a Catanzaro nella data fissata per le discussioni degli avvocati Guido Contestabile e Salvatore Staiano, in rappresentanza del loro assistito e collega Pittelli.
Questo l’epilogo, intorno a mezzanotte, sempre sotto il profilo atecnico, di una giornata interminabile, vissuta fuori e dentro (solo per gli addetti ai lavori ammessi, naturalmente) l’aula bunker di via Francesco Paglia a Catanzaro nella data fissata per le discussioni degli avvocati Guido Contestabile e Salvatore Staiano, in rappresentanza del loro assistito e collega Pittelli.
Già, proprio l’insigne penalista oltreché libero muratore e maestro massone del Grande Oriente d’Italia (al momento sospeso dal Gran Maestro dello stesso Goi, Stefano Bisi) che ad avviso della Procura del capoluogo e del competente Gip avrebbe fiancheggiato e per giunta ‘attivamente collaborato’ con la cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso fino al punto da essere passibile dell’imputazione del reato previsto e punito dall’articolo 416bis del Codice Penale. Una condotta, nella fattispecie giuridica, configurata dalla pubblica accusa nella forma del concorso esterno in associazione mafiosa, poi addirittura ‘aggravata’ dal Gip Barbara Saccà.
Ma c’è di più. La sostanza è che, in base all’impianto accusatorio, Pittelli sarebbe la figura-chiave dell’intero procedimento da cui sono derivati ben 334 provvedimenti restrittivi della libertà personale con ‘alla sbarra’ in Tribunale non solo i presunti Mammasantissima e affiliati alla potente consorteria malavitosa calabrese bensì anche politici, professionisti e persino un alto ufficiale dell’Arma. Fatto sta che se anche nel caso del noto penalista, come in quelli di parecchi altri imputati a vario titolo di Rinascita-Scott, il Tdl dovesse revocare (o affievolire) la misura cautelare disposta ai suoi danni (regime carcerario, attualmente scontato nel penitenziario di Nuoro in Sardegna), decisione di fatto incompatibile con il riconoscimento della fondatezza della sussistenza del 416bis, l’operazione subirebbe un colpo forse ferale.
Sarà questo il motivo della produzione – da parte dei Pm Anna Maria Frustaci e Antonio De Bernardo, delegati del capo dell’Ufficio di Procura di Catanzaro Nicola Gratteri – di nuovi verbali relativi a ulteriori propalazioni dei collaboratori di giustizia rispetto a quelle già rese sull’asserita condotta criminale di Pittelli. Tesi come ovvio confutata da Contestabile e Staiano attraverso le memorie scritte depositate e le ore di discussione tenute davanti ai giudici del Riesame. Argomentazioni a cui i magistrati incaricati hanno peraltro replicato.
Adesso, dunque, non resta che attendere il vaglio del Tdl che scriverà una parola importante, anche se come ovvio non decisiva, su Rinascita-Scott. E potrebbe già accadere nel giro di 48 ore o anche meno, ma è più logico pensare che tale primo importante pronunciamento arriverà poco prima della scadenza dei termini sanciti per decidere in merito ovvero lunedì prossimo. A margine, quindi, resta solo da riferire della scelta dei difensori Contestabile e Staiano di non rilasciare alcuna dichiarazione su quanto avvenuto ieri in Aula, in attesa dei riferiti sviluppi sul piano giudiziario. Bocche cucite, allora, ‘assecondando’ il massimo riserbo sulla delicatissima faccenda.