Pizzo, New Delta presenta risultati di importanti ricerche scientifiche

Tutto ebbe inizio nel gennaio scorso, quando un’associazione medico-scientifico-culturale, costituita nel nome di Orazio Catarsini ed a lui intitolata (l’illustre accademico che ha speso la sua vita al servizio della scienza, motivo per il quale il sodalizio costituito da accademici e specialisti nei vari campi della medicina, porta il suo nome) decise di elargire tre borse di studio per consentire ad alcuni giovani ricercatrice (due calabresi e una siciliana), Sarah Patamia, Alessia Bagalà e Giuseppina Salvo, di proseguire alcune ricerche scientifiche condotte sotto la sapiente guida del professor Giuseppe Gambardella, direttore del centro specialistico New Delta di Pizzo, e del professor Josè Antonio Vega Alvarez, cattedratico di Anatomia ed embriologia umana all’università di Oviedo (Spagna).

Grazie a questa iniziativa assunta dall’associazione “Orazio Catarsini” e presentata al mondo scientifico e delle istituzioni nello scorso mese di gennaio a Pizzo, si è dato seguito agli studi condotti in collaborazione con l’Istituto scientifico New Delta di Pizzo e il Dipartimento di morfologia e biotecnologia cellulare della Facoltà di Medicina dell’Università di Oviedo (Spagna). Tre ricerche alle quali ha offerto un contributo prezioso anche Annamaria Pugliese del Dipartimento di Medicina Interna-Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina e che, nello specifico, affrontano tematiche diverse e correlate tra di loro, ovvero:

Grazie a questa iniziativa assunta dall’associazione “Orazio Catarsini” e presentata al mondo scientifico e delle istituzioni nello scorso mese di gennaio a Pizzo, si è dato seguito agli studi condotti in collaborazione con l’Istituto scientifico New Delta di Pizzo e il Dipartimento di morfologia e biotecnologia cellulare della Facoltà di Medicina dell’Università di Oviedo (Spagna). Tre ricerche alle quali ha offerto un contributo prezioso anche Annamaria Pugliese del Dipartimento di Medicina Interna-Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina e che, nello specifico, affrontano tematiche diverse e correlate tra di loro, ovvero:

1) “Le alterazioni della lordosi lombare: proposta di un metodo di valutazione e di classificazione”. Autori: Alessia Bagalà, Sarah Patamia, Giuseppina Salvo, Giuseppe Gambardella. Questa ricerca ha l’obiettivo di proporre un metodo innovativo per valutare la curva lordotica lombare e per migliorare la classificazione delle alterazioni del rachide lombosacrale rispetto ai precedenti metodi. Il nuovo approccio di valutazione prevede la misurazione della curva lordotica lombare tramite angoli rilevati con moderni programmi di visualizzazione delle immagini di diagnostica strumentale.

2) “Rapporto tra alterazione delle curve cifo-lordotiche della colonna vertebrale e sindromi metaboliche: studio preliminare”. Autori: Sarah Patamia, Alessia Bagalà, Annamaria Pugliese, Giuseppe Gambardella. La ricerca riguarda il rapporto tra le alterazioni delle curve cifotiche e lordotiche della colonna vertebrale e le alterazioni metaboliche, che si è notato essere, ad esse associate. L’obiettivo è stato quello di proporre un iter diagnostico semplice, preciso ed attendibile che possa permettere di inquadrare il quadro patologico del paziente a partire dall’esame clinico.

3) “Associazione tra sindromi fibromialgiche e sindromi metaboliche”. Autori: Sarah Patamia, Alessia Bagalà, Giuseppina Salvo, Annamaria Pugliese, Giuseppe Gambardella . Questo studio si propone come scopo di supportare la correlazione tra sindromi fibromialgiche e alterazioni del metabolismo degli zuccheri. In trenta pazienti di genere femminile, sottoposte a visita per dolore cronico alla colonna vertebrale, si è evidenziato che la sintomatologia non era dovuta ad alterazioni fisiche della colonna, come discopatie, ernie, ecc., ma ad infiammazioni in diversi distretti del corpo.

Ricerche importanti, dunque, che aprono nuove porte al sapere scientifico, ragion per cui le stesse sono state presentate, il 28 maggio scorso, all’Accademia Peloritana dei Pericolanti, una prestigiosa accademia che vanta la presenza tra i soci di numerosi docenti universitari ed è impegnata alla tutela del sapere intellettuale e scientifico. Nell’occasione, si è detto, il 28 maggio scorso le tre ricerche sono state esposte in occasione dell’adunanza culturale della classe II Scienze Medico- Biologiche condotta dal direttore professor Francesco Trimarchi e dal vice direttore professor Antonio Pugliese.

In tale circostanza le ricercatrici calabresi Sarah Patamia e Alessia Bagalà, guidate dal professor Giuseppe Gambardella, hanno illustrato i risultati raggiunti fino a questo momento. Relazioni che hanno suscitato particolare apprezzamento da parte dei soci del sodalizio accademico, generando un vero e proprio confronto di alto valore medico-scientifico; studi che hanno ricevuto il plauso anche per la metodologia applicata e per il rigore scientifico. Grazie anche all’impegno del professor Antonio Pugliese che ha sposato pienamente il lavoro offrendo la possibilità che lo stesso venisse presentato all’Accademia i cui soci, dopo una prima esamina, come da prassi, hanno voluto che fosse presentato in adunanza generale anche per la eventuale successiva pubblicazione in lingua inglese su una prestigiosa rivista scientifica internazionale.
Per quanto riguarda la ricercatrice Giuseppina Salvo, che si trova in Spagna per proseguire la sua ricerca dal titolo “Angiogenesis and inflammation in the skin of patients whith diabetic neuropathy” con il professor Vega Alvarez, la stessa parteciperà, insieme all’illustre accademico, come relatrice ad un convegno internazionale in programma dal 24 al 26 giugno a Madrid.

Studi importanti, dunque, che consacrano il centro New Delta di Pizzo come polo strategico anche nel campo della ricerca scientifica, sostenendo e supervisionando studi. Un sistema, quello adottato dall’equipe del professor Gambardella, che offre a giovani ricercatori del sud la possibilità di approfondire e perfezionare nuovi metodi di approccio e terapia per alcune patologie. A questo si aggiunge anche la possibilità di consentire a giovani laureati di fare esperienze all’estero, con l’obbiettivo di approfondire gli studi per poi metterli al servizio del territorio. E’ questo anche un modo per contrastare la “fuga dei cervelli” e contribuire a creare dei punti di eccellenza sanitaria anche nel Vibonese.

Redazione Calabria 7

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