Il corto di Gabriele Muccini “Calabria, terra mia” non ha avuto il successo sperato. Numerose le critiche arrivate da intellettuali, politici, gente comune che lo ha additato come poco veritiero, antico, sicilianizzato, retrogrado. A tutto ciò si aggiunge il fatto che doveva essere un ultimo grandissimo omaggio alla presidente Jole Santelli, prematuramente scomparsa. Un corto che la Santelli aveva voluto con tutte le sue forze, per rilanciare la Calabria sul mercato del turismo, per promuoverne le bellezze e le peculiarità All’indomani delle polemiche a dire la sua è una delle sorelle della Santelli, Roberta che con un post facebook scrive “Credo proprio che nell’epoca dei rapporti 2.0 anche il buongusto dovrebbe arricchirsi di nuove regole. Può succedere, infatti, che qualcuno, senza nessuna competenza, possa sollevare dubbi ed obiezioni riguardo ad un’opera cinematografica diretta da un regista premio Oscar e ancora può succedere che tali obiezioni e dubbi possano travalicare i confini del buongusto e diventare veri e propri insulti. Alla luce di quanto scritto invito tutti a fare un passo indietro e a considerare, con obiettività. se non si stiano superando tutti i limiti, ricordando che i toni delle polemiche, che tendono ad infiammarsi troppo, dovrebbero ad un certo punto stemperarsi e soprattutto bisognerebbe avere la pazienza di aspettare il risultato del lavoro fin qui svolto.Purtroppo, e lo scrivo con rammarico, l’idea della Calabria a colori che Jole ha tanto amato e sognato è difficilmente comprensibile a chi continua a vedere tutto in bianco e nero. W Jole W la Calabria”.