“Le numerose polemiche degli ultimi giorni sulla giustizia e sulla magistratura italiana non aiutano a fare chiarezza e creano soltanto ulteriore confusione. La maggior parte dei magistrati sono persone per bene che, con il loro sacrificio e, a volte perdendo anche la vita, sono riusciti a mantenere in piedi un sistema disastrato. Così come in tutte le altre categorie, anche questa, paga lo scotto di una diminuzione della soglia etica e della percezione di una illegalità diffusa: i disonesti esistono ovunque.” È quanto afferma in una nota Giacomo Francesco Saccomanno, commissario Regionale Lega.
“L’intervista di Luca Palamara – continua la nota – ha scoperchiato un ‘sistema’ illegale di gestione della giustizia che merita un evidente approfondimento sia dal lato disciplinare che penale, se verranno accertate condotte aventi natura di rilevanza illecita. Ma, a parte tale inaspettata situazione sulla quale, però, non può calare il silenzio come è successo finora, bisogna anche rilevare che vi sono tantissimi magistrati valorosi che, al di fuori di tale sistema, lavorano con impegno e sacrifici e tendono a “bonificare” zone finora mai lambite da adeguate indagini. Mi rivolgo ai tanti Nicola Gratteri che operano sul territorio con grande capacità e con l’unico intento di accertare la verità. Un esempio che deve portare i tantissimi magistrati giovani e meno giovani a svolgere la loro attività in modo serio, corretto e trasparente ed ognuno rispettando il proprio ruolo.
“L’intervista di Luca Palamara – continua la nota – ha scoperchiato un ‘sistema’ illegale di gestione della giustizia che merita un evidente approfondimento sia dal lato disciplinare che penale, se verranno accertate condotte aventi natura di rilevanza illecita. Ma, a parte tale inaspettata situazione sulla quale, però, non può calare il silenzio come è successo finora, bisogna anche rilevare che vi sono tantissimi magistrati valorosi che, al di fuori di tale sistema, lavorano con impegno e sacrifici e tendono a “bonificare” zone finora mai lambite da adeguate indagini. Mi rivolgo ai tanti Nicola Gratteri che operano sul territorio con grande capacità e con l’unico intento di accertare la verità. Un esempio che deve portare i tantissimi magistrati giovani e meno giovani a svolgere la loro attività in modo serio, corretto e trasparente ed ognuno rispettando il proprio ruolo.
Le polemiche – ribadisce Saccomanno – nei confronti delle inchieste del procuratore Gratteri sono del tutto sterili e, forse, anche strumentalizzate. Sta di fatto, però, che per la prima volta in Italia si è alzato il tiro e si sta cercando di ricostruire strani rapporti tra la politica, gli imprenditori e la criminalità organizzata. È importante precisare, però, che i pubblici ministeri svolgono indagini e ricostruiscono fatti, poi i giudici devono convalidarli o negarli. Certamente, bisogna separare la fase cautelare da quella di merito. Nella prima, la misura può essere confermata, modificata o anche annullata, ma si riferisce a dei parametri precisi: pericolo di fuga, inquinamento prove.
Nella fase di merito, invece, – conclude la nota – si deve stabilire se un soggetto ha commesso determinati fatti. Ma, l’attenuazione della misura cautelare non annulla la fase di merito che dovrà, appunto, accertare l’esistenza o meno dei reati. Ed allora attendiamo l’esito delle sentenze e, nel frattempo, sosteniamo tutti assieme l’azione capillare e benemerita di tutti i Gratteri che difendono la nostra libertà. E sulle cosiddette toghe sporche che si vada avanti e, se del caso, si istituisca una commissione parlamentare d’inchiesta per comprendere cosa è successo e se tantissimi uffici direttivi siano stati adeguatamente coperti.