di Mimmo Famularo – Decide Roma. Senza se e senza ma. E la regola vale per tutti. Da destra a sinistra. A meno di un mese dalla presentazione delle candidature per Camera e Senato, si susseguono le riunioni e il tema principale di questi giorni riguarda le alleanze. Enrico Letta ha definitivamente chiuso le porte al Movimento Cinquestelle aprendo un portone a Calenda e all’area centrista per un asse contro la destra e, in particolare, contro la Meloni. Il centrodestra è apparentemente unito, più avanti nel progetto ma litigioso dietro le quinte sui candidati da piazzare nei vari collegi. Conte, principale destinatario dell’anatema dem, non si sente fuori dai giochi e la mossa “lapidaria” di Letta potrebbe rimettere in gioco i “grillini” pronti a costituire un terzo polo progressista costituito dall’ala sinistra dell’arco costituzionale (Articolo Uno e qualche altro scontento della linea poco socialdemocratica e molto liberal di Letta) più la new entry De Magistris, ovvero Dema. E Renzi? Lui, almeno a parole, sembra voler andare da solo per raggiungere il 5% dei consensi. Una scelta controcorrente visto che la legge elettorale costringe a fare alleanze per ottenere una buona rappresentanza in Parlamento.
La nuova legge elettorale
La nuova legge elettorale
In base alla legge elettorale in vigore, dopo la riduzione del numero complessivo dei parlamentari, 245 seggi per la Camera dei deputati (122 per il Senato) sono assegnati in collegi plurinominali su base proporzionale, 147 sono assegnati in collegi uninominali (74 per il Senato) con metodo maggioritario (in ciascun collegio vince il seggio il/la candidato/a prende più voti), 8 su base proporzionale (4 per il Senato) nella circoscrizione degli italiani residenti all’estero. La ripartizione complessiva dei seggi della quota proporzionale avviene in prima battuta al livello nazionale tra le coalizioni, poi tra i partiti che hanno ottenuto almeno il 3% dei voti. Poi questi seggi vengono attribuiti a coalizioni/partiti nelle circoscrizioni, infine assegnati ai candidati presenti nelle liste dei collegi plurinominali. Ad esempio, per l’assegnazione dei seggi in quota proporzionale della Camera, la Lombardia è divisa in 4 circoscrizioni e 7 collegi plurinominali; la Basilicata ha una sola circoscrizione e un solo collegio plurinominale. Secondo uno studio dell’istituto Cattaneo questo sistema rende non del tutto prevedibile in quale collegio plurinominale verranno assegnati i seggi e quindi quali candidati risulteranno eletti. Rende però semplice prevedere quanti seggi otterrà nel complesso ciascuna coalizione se i risultati si avvicineranno alle intenzioni di voto registrate oggi dai sondaggi.
Lo studio dell’istituto Cattaneo
L’analisi dell’istituto Cattaneo, datata 26 luglio 2022, si poggia su due basi: la stima dei risultati delle attuali intenzioni di voto e il presupposto che la coalizione di centrosinistra includa tutte le forze politiche in qualche modo vicine al Pd (tranne il Movimento Cinquestelle). “Ciò premesso, abbiamo prodotto la stima che a nostro avviso risulta più affidabile sulla base dei dati disponibili. Non è peraltro detto – precisa il report – che nelle prossime settimane saranno disponibili dati molti migliori perché i tempi della campagna sono brevi, nel mese di agosto è difficile condurre sondaggi rappresentativi dell’elettorato italiano e in ogni caso eventuali scostamenti dalle tendenze rilevate nei mesi precedenti potrebbero riguardare più i singoli partiti che le tre principali aree politiche considerate in questa stima. Inoltre, la situazione di partenza pare tale che solo cambiamenti davvero drastici nelle intenzioni di voto potrebbero portare a un risultato sostanzialmente diverso”.
La Calabria, la Camera e i collegi sicuri del centrodestra
L’istituto Cattaneo ha quindi pubblicato un’interessante mappa che riguarda i collegi uninominali della Camera e del Senato. Secondo questo studio in Calabria non vi sono – contrariamente a quanto sostenuto da una certa vulgata – collegi “blindati”. Per la corsa a Montecitorio, gli analisti dell’istituto bolognese danno come sicuri al centrodestra Vibo-Gioia Tauro e Catanzaro-Lamezia. In questi due territori non ci sarebbe partita con i candidati di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia probabili vincitori. Senza se e senza ma. Definito buono per il centrodestra anche il collegio di Reggio Calabria e della Locride contrassegnato dal colore celeste chiaro. Nella mappa non c’è rosso e neanche arancione, i colori del centrosinistra. C’è però tanto grigio che va ad individuare le aree contendibili dove le partite sono apertissime. L’istituto Cattaneo individua Cosenza con l’alto tirreno cosentino (compresa Paola) e Crotone con tutta la Sibaritide. Due maxi collegi dove si parte da zero a zero. Su base nazionale alla Camera la stima della distribuzione complessiva dei seggi secondo questo studio prevede la vittoria del centrodestra con il risultato di 103 a 42 con il Movimento Cinquestelle all’asciutto di parlamentari eletti nei collegi uninominali. Diverso lo scenario nella quota proporzionale con 121 seggi attribuiti al centrodestra, 96 al centrosinistra e 28 al Movimento Cinquestelle.
La situazione nei due collegi uninominali calabresi del Senato
Al Senato sono due collegi uninominali in Calabria. E’ dato per sicuro quello che comprende le province di Catanzaro, Vibo e Reggio Calabria mentre risulta “contendibile” quello dell’area nord, ovvero Cosenza, alto tirreno cosentino, sibaritide e provincia di Crotonese. A livello nazionale lo scenario prospettato dall’istituto Cattaneo sarebbe di 54 seggi per il centrodestra e 18 per il centrosinistra nell’uninominale; 61 per l’asse Fdl-Lega-Forza Italia contro i 48 del Pd e dell’area centristra nella quota proporzionale dove il Movimento Cinquestelle potrebbe eleggere al massimo 13 senatori. In una situazione del genere il centrodestra avrebbe una larga maggioranza alla Camera (228 deputati su 400) e anche al Senato (117 su 200).
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