Politiche, i nomi in campo: da Mancuso e Alecci a Catanzaro al derby Nesci-Viscomi a Vibo

Le candidature "blindate" di Ferro e Mangialavori, gli aspiranti ricandidati, le possibili new entry: ecco cosa si muove dietro le quinte dei vari schieramenti

Poco più di venti giorni all’alba e l’alba in questione è la presentazione di liste e candidati. Le elezioni politiche incorrono e le vacanze slittano. Tempo di incontri, riunioni, vertici, soprattutto a Roma dove si decide tutto. Altro che concertazione dal basso. Nel centrodestra siamo già alla fase 2: dalla concordia iniziale si è passati ai mugugni velenosi (e sottotraccia) reali. I centristi che si rifanno a quel campo non sono affatto soddisfatti, con Cesa che si trova ‘inglobato’ in Forza Italia e con un Tajani, che non riesce a garantire il dignitoso minimo sindacale all’Udc (la quale a sua volta dovrà presentare pure lo Scudocrociato nei vari colleghi plurinominali, senza avere più la classe dirigente di un tempo. Invece, gli altri, ovvero i vari Lupi, Brugnaro, Sgarbi avrebbero ottenuto – al di là delle belle parole di facciata – solo i posti per gli uscenti ma non per qualche altro dei molti aspiranti entranti o che un tempo c’erano.

Le candidature blindate in Calabria

Le candidature blindate in Calabria

Gli uscenti, certamente riconfermati nella candidatura, dovrebbe essere Furgiuele (fresco di nomina a responsabile della campagna elettorale del suo partito e mai dimenticato da Salvini, con in più buoni rapporti tra i leghisti che contano), Mangialavori (protetto da una Ronzulli, padrona come non mai del campo berlusconiano), Cannizzaro (tra il collegio camerale di Reggio Calabria e jonica, con paracadute sul proporzionale, essendo lui, anche il Responsabile Nazionale del Mezzogiorno di Forza Italia), la Ferro (tra il collegio camerale di Catanzaro e il proporzionale di FdI) e D’Ettore (quest’ultimo forse non nella nostra regione). Restando a Coraggio Italia il sindaco di Venezia Brugnaro non ha trovato spazi per l’ex primo cittadino di Catanzaro, Sergio Abramo. Fuori è certamente il senatore Siclari mentre sembra impossibile la scalata dell’azzurro Domenico Giannetta (ex consigliere regionale) per il collegio camerale di Vibo-Gioia Tauro avendo la strada sbarrata dal deputato e coordinatore provinciale di Forza Italia, Francesco Cannizzaro.

Gli aspiranti ricandidati

Tra i ricandidati più certi vi è Gentile che punta a uno dei due collegi uninominali alla Camera mentre la Tripodi, Torromino, la Caligiuri dovranno aspettare l’evolversi della varie situazioni. Attesa anche per Mario Occhiuto che nonostante la sponsorizzazione del fratello dovrà lottare con il coltello tra i denti per ottenere un posto al sole. Sul fronte Lega è pure forte la candidatura della Minasi, attuale assessore regionale ed ex senatrice (seppur per poche settimane) e tra i riconfermati (ma non in posizione primaria del listino senatoriale) vi sarebbe il vibonese De Angelis. In ribasso le quotazioni di Saccomanno (segretario regionale salviniano). Poche tracce sui radar del Carroccio di Nino Spirlì, ex presidente della Regione dopo Jole Santelli.

Le new entry

Al momento tace Filippo Mancuso, presidente del Consiglio Regionale in carica (sempre in quota Lega). Sotto sotto, però, lavora a una candidatura e c’è chi è pronto a scommettere che il candidato del Carroccio nel collegio di Catanzaro-Lamezia sarà lui con Furgiuele al proporzionale. L’uninominale catanzarese è dato per sicuro al centrodestra ed è bagarre tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia per aggiudicarselo. Attenzione però alle mosse del Partito democratico che potrebbe calare l’asso Ernesto Alecci mettendo in discussione tutte le previsioni della vigilia. Sul fronte Lega si muove Cataldo Calabretta per il collegio camerale maggioritario di Crotone, con buona pace del già citato ed uscente Torromino, difeso però (non si sa fino a che punto) da Mangialavori. Così come per Fratelli d’Italia una scelta dovrà essere compiuta pure tra Fausto Orsomarso (attuale assessore regionale al Turismo e con più possibilità di carattere storico) e il consigliere regionale e capogruppo consiliare Giuseppe Neri (che paga anche lo scotto di un sovraffollamento reggino).

Toti, Calenda e gli altri

A ciò si aggiunge il rebus della componente di Toti, la quale, ad oggi non scopre le carte, pure se alcuni sostengono che il governatore ligure (e quindi Quagliarello e in Calabria De Nisi) abbia chiuso un accordo a destra, mentre altri, con identica certezza, assicurano l’adesione al nuovo centrosinistra a trazione draghiana. Qui, nell’alleanza strutturata intorno al Pd, si va a delineare un campo tra uscenti, figure storiche di area e ingressi della parte moderata, delusa o spaventata, dal sovranismo populista e antiatlantico, che pervade – a loro giudizio – il centrodestra attuale. Nell’universo centrista è un nome quotato quello di Vincenzo Speziali, sponsorizzato, fortemente, dalla Coldiretti, dalle figure forti della Confindustria nazionale, dai circoli che contano a livello straniero, da una catena di banchieri e finanzieri, oltre che, ovviamente, dalle sfere Vaticane (con il cardinale patriarca ,aronita in testa, il quale ha grande peso presso la Santa Sede). Speziali ha già una saldatura personale e politica con Clemente Mastella, il quale punta proprio su di lui per il collegio del Senato di Catanzaro/Reggio Calabria oppure un proporzionale in posizione sicura. Calenda, invece, mantiene il punto sul sindaco metropolitano facente funzioni di Reggio Calabria, Carmelo Versace, in questo caso verso la Camera del capoluogo dello Stretto.

Il derby Nesci-Viscomi a Vibo

Poi viene data per scontata la ricandidatura di Dalila Nesci – sottosegretario al Sud in carica – in quota Di Maio che prenderebbe anche il proporzionale della lista dell’attuale ministro degli Esteri e del Centro Democratico di Tabacci, ma sul collegio camerale vibonese l’ex pentastellata la spunterebbe sul parlamentare piddino Viscomi, ormai difeso dalla sola capogruppo dem a Montecitorio, Deborah Serracchiani, perciò potrebbe non essere ricandidato nel listino regionale vista la scarsezza dei posti in palio. Sempre alle latitudini del Partito Democratico, vi è Cosenza, dove si giocano la partita della presenza in lista per un posto di parlamentare, l’uscente Bruno Bossio, il capogruppo alla Regione Bevacqua e l’ex consigliere regionale Guccione. Spinge attraverso il vice segretario nazionale Provenzano la “sardina” Jasmine Cristallo che aspira a un posto sicuro nel proporzionale, magari dietro un big. Al Nazareno (sede del Pd nazionale) hanno però un altro problema da risolvere: la sistemazione di Boccia, il quale non è un mistero che punti da sempre alla Calabria (per evidente indisponibilità in altri luoghi) e poi quella eventuale del segretario regionale democrat, Nicola Irto, a cui riservare un posto per la Camera di Reggio (contro Cannizzaro e in sostituzione di Versace), oppure (ipotesi più probabile) sul camerale bloccato, a livello regionale. Sempre nel campo del centrosinistra è indiscussa la posizione di Nico Stumpo (uomo forte dell’apparato di LeU, ove mai questi ultimi chiudessero positivamente l’accordo con i lettiani), mentre in quota Renzi (quasi sicuramente in accoppiata con Mastella) è confermato l’uscente Ernesto Magorno. (mi.fa.)

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