di Sergio Pelaia – Per Mimmo Tallini ci vollero tre scrutini perché nelle prime due votazioni la maggioranza di centrodestra allora guidata dalla compianta Jole Santelli non raggiunse i voti necessari: 18 alla prima e 17 alla seconda, che diventarono 20 alla terza facendo mormorare di un “aiutino” arrivato dai banchi dell’opposizione. Quasi due anni dopo il presidente del consiglio regionale è un altro catanzarese, Filippo Mancuso, incoronato però in tempi record con 22 voti al primo scrutinio. Essendo 31 i votanti (compreso Roberto Occhiuto che era in Aula), 10 dei quali sono dell’opposizione, si può concludere che il nuovo presidente sia stato votato non solo da tutta la sua maggioranza ma anche da un consigliere di minoranza. L’aiutino è stato però l’unico elemento di continuità con l’elezione precedente, mentre chi conosce le liturgie di Palazzo Campanella osserva con stupore come tutto si sia consumato nel giro di neanche due ore dalla convocazione, mentre prima ce ne volevano molte di più solo perché la seduta iniziasse.
Salvini esulta e Mancuso cita Sacal
Salvini esulta e Mancuso cita Sacal
Essendo Mancuso un esponente della Lega è subito arrivato anche il commento di Matteo Salvini che ha parlato di fatto “storico” e ha aggiunto che da parte del Carroccio c’è “il rinnovato impegno a essere sempre di più al fianco dei calabresi”. Intervenendo in Aula subito dopo la sua elezione, lo stesso Mancuso si è speso in elogi per “il dinamismo di cui sta dando prova il presidente Occhiuto” e ha definito “inimmaginabile qualche mese addietro” la fine “del tormentone dei commissari della sanità mandati in Calabria dai tanti Governi”. Il neo presidente del consiglio regionale ha anche citato il caso della Sacal auspicando “l’intervento delle autorità competenti” ma sorvolando sul fatto che il supermanager messo a capo del cda della società aeroportuale ora privatizzata sia vicino proprio alla Lega.
Prima casella per Coraggio Italia
La maggioranza, a dispetto dei mugugni della vigilia, risulta comunque muoversi compatta: i centristi di Coraggio Italia incassano l’elezione del segretario questore, che sarà il giovane Salvatore Cirillo, mentre la vicepresidenza va a Pierluigi Caputo di Forza Azzurri, con FdI fuori dall’Ufficio di presidenza alla luce degli accordi che hanno portato ai meloniani due assessorati e l’Udc (per ora) a mani vuote. Giochi chiusi in poco tempo, dunque, con lo sguardo ai prossimi passaggi, a partire dalle linee programmatiche che dovrà illustrare al Consiglio il presidente della giunta Roberto Occhiuto e agli adempimenti della Giunta per le elezioni che dovrà vagliare i casi di presunta ineleggibilità con seggi già contestati ai compagni di partito dai non eletti di Forza Italia e del M5S.
Il Pd (per ora) prende tutto
Guardando all’opposizione spicca la maggiore abilità del Pd nel tatticismo sulle poltrone. I dem portano a casa sia il vicepresidente (Franco Iacucci) che il segretario questore (Ernesto Alecci) in perfetta rispondenza alle ambizioni delle correnti interne. Per ora zero titoli per l’M5S: il Pd ha garantito che ai pentastellati andrà la presidenza della Commissione di Vigilanza, ma i dem potrebbero aver venduto agli alleati la fontana di Trevi alla maniera di Totò, perché l’assegnazione di quella postazione dipenderà alla fine non da loro ma dalla volontà della maggioranza . Nella scorsa legislatura non fu così e si andò contro la prassi.
Irto capogruppo, aumentano le distanze con Dema
Intanto i consiglieri del Pd hanno eletto all’unanimità Nicola Irto quale loro capogruppo: “La legislatura che si avvia – ha commentato Irto – è fondamentale per il futuro della Calabria che sarà chiamata, tra l’altro, a utilizzare al meglio i fondi del Pnrr. In Consiglio servirà un’azione di opposizione attenta, determinata e costruttiva che il Pd, come gruppo più numeroso della minoranza, dovrà guidare con fermezza”. Meno distesi sono per ora i rapporti con l’altra opposizione, quella targata de Magistris, che pur avendo due consiglieri non si è vista riconoscere alcun ruolo nell’Ufficio di presidenza. Già dalle prime battute sembra più facile che il Pd dialoghi con Occhiuto che con l’area che si colloca alla sua sinistra.
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