“La tutela dell’ambiente e il rispetto per le persone non hanno nessuna connotazione etnica ma rammarica dover leggere sulla stampa come la frustrazione di alcuni cittadini del quartiere Ciccarello venga riproposta, senza alcuna esitazione, con toni di tipo razziale” si legge in una nta di Osservatorio sul disagio abitativo, Un Mondo Di Mondi –Cristina Delfino – Giacomo Marino, CSOA Angelina Cartella, Società dei Territorialisti/e Onlus, Centro Sociale Nuvola Rossa, Comitato Solidarietà Migranti, Reggio Non Tace e Collettiva AutonoMia.
“È ben comprensibile il malcontento delle persone che vivono a Reggio, in zone sommerse dai rifiuti e dall’assenza delle piú elementari regole del vivere civile, ma dare una spiegazione etnica, additando solo un gruppo di cittadini, come la causa di ogni male è fuorviante, quanto inutile. L’abbandono dei rifiuti per strada – continuano – è un fenomeno che non ha etnia né classe sociale ma soprattutto colpisce la salute di tutti, indistintamente. Èun fatto molto grave che si verifica in tutti i quartieri della città ad opera di moltissimi cittadini, appartenenti a tutti i gruppi sociali e non ad uno solo”.
“È ben comprensibile il malcontento delle persone che vivono a Reggio, in zone sommerse dai rifiuti e dall’assenza delle piú elementari regole del vivere civile, ma dare una spiegazione etnica, additando solo un gruppo di cittadini, come la causa di ogni male è fuorviante, quanto inutile. L’abbandono dei rifiuti per strada – continuano – è un fenomeno che non ha etnia né classe sociale ma soprattutto colpisce la salute di tutti, indistintamente. Èun fatto molto grave che si verifica in tutti i quartieri della città ad opera di moltissimi cittadini, appartenenti a tutti i gruppi sociali e non ad uno solo”.
“Nell’area della baraccopoli dell’ex Polveriera di Ciccarello, poco meno di 20 famiglie convivono con rifiuti di ogni tipo, soprattutto prodotti dalla demolizione delle baracche operata dal Comune . Sono soprattutto queste famiglie, insieme alle associazioni dell’Osservatorio sul disagio abitativo, a denunciare e a pretendere una bonifica del territorio, insieme alla sistemazione abitativa delle stesse famiglie. Non c’è alcun dubbio che il conflitto su basi etniche non sia utile a risolvere il problema comune del deturpamento ambientale e del disagio sociale, ma serve ad alimentarlo ulteriormente e a nascondere la gran parte delle responsabilità. La collaborazione – concludono – per la diffusione del senso del bene comune che non implichi l’odio per categorie sociali o etniche, insieme alle lotte per la trasparenza e la giustizia sociale, garantirebbero, di certo, un miglioramento socio-ambientale per tutti”.
redazione Calabria 7