Ponte sullo Stretto, apertura del cantiere nel 2024: ecco come sarà

Il ministro delle Infrastrutture Salvini illustra l'opera e assicura: "Costo massimo 13 miliardi, fine lavori nel 2032". E sulle parole di Don Ciotti?: "Una vergogna"
ponte sullo stretto

“Il bando per il ponte sullo Stretto sarà pronto tra un mese”. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, durante l’incontro su progetti e grandi opere a Roma. “L’apertura del cantiere è prevista per l’anno prossimo, mentre la chiusura del cantiere nel 2032. La legge di bilancio del prossimo autunno – ha spiegato il ministro – sarà quella che stanzierà le cifre più importanti. Il costo massimo per il Ponte sarà di 13 miliardi, che ricordo è meno della metà di quello che fino a oggi sta costando il reddito di cittadinanza, che non lascia traccia sul futuro del Paese”.

Come sarà il ponte sullo Stretto

Come sarà il ponte sullo Stretto

“Per il ponte sullo Stretto sono previsti 3666 metri di lunghezza complessiva, 399 metri di altezza dei pilastri, 60,4 metri di larghezza. È un’opera visionaria e avanguardista che deve essere valorizzata anche commercialmente e turisticamente oltre che a livello infrastrutturale. Le navi ci passano sotto, lo garantisco. Sono previste 6 corsie stradali, 6000 veicoli l’ora, 2 binari ferroviari, 200 treni al giorno”.

“Centomila posti di lavoro”

Secondo Salvini la costruzione del Ponte genererà la creazione di “100mila nuovi posti di lavoro. In due anni riassorbirà i costi di quello che oggi costa non avere il Ponte”.

Il ponte sullo Stretto, un’opera green

Sul fronte della sostenibilità ambientale delle grandi opere, Salvini ha evidenziato che “il Ponte toglierà 140.000 tonnellate di CO2 emessa nell’aria. Quindi è una grande opera Green”.

La polemica con don Ciotti

Quindi il vicepremier ha polemizzato con quanto affermato giorni fa dal fondatore e presidente di Libera don Luigi Ciotti sul progetto: “È una vergogna che qualcuno abbia detto che il ponte unirà due cosche, quella della Calabria e quella della Sicilia. Una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare e di studiare e di fare i pendolari, di andare a farsi curare come tutti gli altri. Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche”, anche perché poi “c’è qualcuno all’estero che dipinge l’Italia come mafia, pizza e mandolino”. (Adnkronos)

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