Ponte sullo Stretto, la Cgil: “Siamo scettici, non è una priorità per il Paese”

Angelo Sposato, segretario della Cgil calabrese, chiede un impegno che si concentri sui cinque punti programmatici concordati con il governo regionale dai segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil
Ponte sullo Stretto

Sì al patto con gli industriali se porterà maggiori tutele per i lavoratori, sì anche al rigassificatore a Gioia Tauro sebbene non sia ritenuto  prioritario come la valorizzazione della Zona economica speciale, no, invece, al ponte sullo Stretto. Angelo Sposato, segretario della Cgil calabrese, chiede un impegno che si concentri sui cinque punti programmatici concordati con il governo regionale dai segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, a partire dalla statale 106 e dall’Alta velocità ferroviaria. Su questi presupposti, dice, si può avviare il dialogo con il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara. Il numero uno degli imprenditori calabresi, dopo l’intervista dell’AGI al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, aveva proposto un patto fra le parti sociali finalizzato al rilancio della regione.

“Su 5 macrobiettivi c’è una condivisione”

“Su 5 macrobiettivi c’è una condivisione”

“Noi – dice Sposato – abbiamo  lanciato la vertenza Calabria per raggiungere obiettivi strategici che in qualche modo venissero acquisiti non solo da tutta la politica regionale, ma anche dal governo e dal sindacato nazionale. Su 5 macrobiettivi abbiamo una condivisione. Poi dovremmo capire su che cosa si fa il patto, quali sono le proposte in campo. Auspichiamo un ragionamento legato allo sviluppo di politiche economiche – dichiara all’AGI – per un lavoro di qualità dove il mondo delle imprese assume anche una responsabilità sociale sui temi del lavoro povero e del precariato”.

“Ok al patto ma a determinate condizioni”

“Se il patto – sottolinea Sposato – significa fare una lotta contro il lavoro nero, per una sana occupazione e per un lavoro di qualità, noi siamo disponibili a discutere. Però bisogna capire se c’è una volontà da parte delle aziende anche di assumere una responsabilità sociale che purtroppo non si vede, non si tocca con mano, perché il lavoro povero, il lavoro sfruttato, molte volte viene veicolato da quelle aziende poco sane che fanno concorrenza sleale. Se per patto si intende fare pulizia di coloro che non fanno un lavoro di qualità e che, attraverso lo sfruttamento, producono dumping sociale – puntualizza –  noi siamo disposti a discutere”.

“Sulla Zes imprese e governo facciano la loro parte”

Soprattutto, secondo Sposato, occorre “discutere sui temi strategici che – ricorda – abbiamo posto, come il piano per il lavoro. Bisogna sviluppare nell’ambito delle Zes delle filiere produttive. Il governo deve fare la sua parte, ma anche le imprese devono fare la loro. Se poi si intende evitare la palla in tribuna con la questione legata al ponte sullo Stretto e parliamo ancora di cose irrealizzabili è chiaro ed evidente che non siamo interessati. In questo momento ci dobbiamo focalizzare su quelle che sono le risorse che si possono mettere a terra: alta velocità, 106, zona economiche speciali, piano per il lavoro e sanità”.

Sviluppo del porto di Gioia Tauro tra i punti della vertenza

Lo sviluppo di Gioia Tauro è uno dei punti della vertenza Calabria. Il porto è in crescita, ma il presidente dell’autorità portuale Andrea Agostinelli denuncia un’eccessiva conflittualità sindacale. “Dobbiamo dire – commenta Sposato – che Gioia Tauro ha aumentato i volumi di traffico. Non credo che sia successo solo per opera dello Spirito Santo. Credo che l’abbia fatto perché ci sono tanti lavoratori che sono lì tutti i giorni a lavorare. Se c’è una crescita, non è che, con tutte le doti che può avere il presidente Agostinelli, questo sia dovuto solo lui, ma anche al lavoro che stanno facendo i lavoratori e sindacati. Se c’è una conflittualità si risolva quella conflittualità. Il sindacato – sottolinea – fa il suo mestiere in una realtà che sta aumentando  la produttività. Poi ci sono questioni che attengono ai diritti dei lavoratori. Noi siamo quelli che hanno aiutato il porto a decollare. Non bisogna essere allergici al fatto che qualcuno ponga questioni contrattuali”.

E sul rigassificatore

Oggi si parla del rigassificatore da realizzare a Gioia Tauro. “Abbiamo avuto una  posizione storicamente favorevole – dice Sposato – abbiamo detto che poteva essere un’opportunità, ma non crediamo che in questo momento il fattore principale per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro possa essere il rigassificatore. Bisogna puntare sulle aree retroportuali per introdurre filiere produttive anche con la partecipazione pubblica. Bisogna intercettare attività che si stanno rilocaliizando in Italia per la vicenda internazionale. Cogliamo il momento. Se le aziende che erano prima all’estero stanno tornando in Italia, vediamo di fare un piano industriale nazionale che riguardi anche la  Calabria e le zone portuali inserite nella Zona economica speciale, come Corigliano, Crotone, Vibo e anche la zona aeroportuale di Lamezia Terme. Parlare solo del rigassificatore nel momento in cui si sta facendo un grande progetto per accelerare la transizione energetica secondo me è una miopia politica. Fra l’altro il governo ha proposto di fare rigassificatori galleggianti che non avrebbero un grande impatto ambientale. Credo che quest’ultima sia la posizione migliore”.

“Ecco perché diciamo no al ponte sullo Stretto”

È stato il presidente Occhiuto, nei giorni scorsi, a reintrodurre la questione del ponte sullo Stretto di Messina. Il segretario della Cgil calabrese spiega le ragioni del suo scetticismo. “Il ponte sullo Stretto non è una priorità del paese – risponde – Se non riusciamo a trovare 10 miliardi per la 106, non vedo come sia possibile trovarne altrettanti per il ponte sullo Stretto. Quindi – dice – bisogna essere realisti e non vendere fumo. Ecco perché dico che bisogna capire cosa si intende per patto. Se si intende prendere in giro i calabresi come è stato fatto per 30-40 anni, noi non ci siamo disponibili. Siccome sappiamo che è difficile trovare le risorse pluriennali per la 106, parlare oggi del ponte sullo Stretto mi sembra voler buttare la palla in tribuna. Stiamo aspettando che nel Def si inserisca la 106 come opera strategica e che il governo trovi i fondi con una proiezione pluriennale da qui al 2030”.

L’alta velocità

Un nodo cruciale è l’alta velocità. “Bisogna individuare – sostiene Sposato – il finanziamento del tratto da Tarsia a Reggio Calabria che al momento non c’è. Ci sono i progetti, ma mancano anche lì le risorse. Poi bisogna completare la ferrovia ionica elettrificandola”.

Il piano per il lavoro

Altro obiettivo importante, per la Cgil, è il piano per il lavoro: “Sbloccare le assunzioni nella sanità – dice il segretario della Cgil – coinvolgendo il Formez e avviare un piano per la manutenzione del territorio con una cabina di regia unica per fare anche lì un progetto per il lavoro. Così facendo si possono sbloccare numerose assunzioni”. Sposato conclude con una nota di ottimismo. “Ci tanti dossier aperti – dice – che stanno prendendo forma e questa volta credo che qualcosa a casa la portiamo”.

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