Porto di Vibo alle prese con l’insabbiamento: al via i lavori di livellamento dei fondali

Primi interventi per eliminare il fenomeno dell’insabbiamento al porto di Vibo Marina che sta creando ormai da qualche anno non pochi problemi alle grosse navi da carico

Primi interventi per eliminare il fenomeno dell’insabbiamento al porto di Vibo Marina che sta creando ormai da qualche anno non pochi problemi alle grosse navi da carico, non ultime quelle che trasportano carburante. Le attività di livellamento dei fondali nello specchio d’acqua attiguo al molo verde sono iniziate questa mattina porto e una volta terminate consentiranno l’ingresso nel porto a navi di più ampia portata. A darne comunicazione è stata l’amministrazione comunale di Vibo Valentia.

L’insabbiamento spiegato da Silvio Greco

L’insabbiamento spiegato da Silvio Greco

Nei giorni scorsi, il biologo marino vibonese, Silvio Greco, aveva evidenziato come tale situazione fosse determinata dalle opere di salvaguardia costiera realizzate a monte e a valle del porto, quindi nella zona che va verso Pizzo e in quella del quartiere “Pennello”. “Tali opere di ingegneria costiera risolvono il problema nell’area immediatamente vicina, ma ne determinano un altro in quelle limitrofe. E guarda caso, questo insabbiamento all’entrata del porto nasce proprio da quando sono stati effettuati quegli interventi. E anche le opere realizzate nel Lametino fanno sentire qui i loro effetti”, aveva sostenuto. Successivamente l’Eni – titolare dei depositi a Vibo Marina – aveva inviato una missiva al presidente dell’Autorità Portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, al direttore del dipartimento del territorio della Regione e per conoscenza alla Capitaneria di Porto di Vibo Marina e al Comune di Vibo nella quale si chiede la disponibilità dell’Autorità Portuale e della Regione un incontro urgente nel quale poter meglio rappresentare la criticità dell’insabbiamento dell’infrastruttura portuale che si sta verificando ormai da tempo nella zona del molo verde e nei pressi delle banchine dove attraccano le navi mercantili. Un insabbiamento “progressivo e costante della darsena, da cui viene alimentato via nave il deposito carburanti di Eni.

Via alle attività di livellamento dei fondali

Il fenomeno ha comportato in prima battuta, con Ordinanza della Capitaneria del 5 marzo 2021, una riduzione del pescaggio massimo delle navi in ingresso con conseguente aggravio dei costi di approvvigionamento prodotto, che “rischia di compromettere la sostenibilità stessa del deposito”. Ma la situazione starebbe anche peggiorando visto che “nelle ultime settimane si è iniziato a riscontrare un progressivo innalzamento del fondale in prossimità dell’aspirazione delle pompe antincendio”. Pertanto, alla luce di quanto esposto, ed in particolare “per evitare che il fenomeno di insabbiamento possa avere anche il minimo impatto sulla sicurezza delle operazioni di discarica nave”, la multinazionale aveva ritenuto necessario chiedere un confronto per “trovare una soluzione nei minimi tempi tecnici”, restando in attesa di riscontri. Riscontri, che a conti fatti, sono avvenuti con l’avvio delle attività di livellamento dei fondali partite questa mattina. (f.p.)

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