Preoccupazione del consigliere regionale Alessandro Nicolò sulla situazione del Porto di Gioia Tauro.
“Serve mettere in atto una serie di azioni nevralgiche, da tempo solo annunciate- ha detto- prima fra tutte l’attuazione dell’Accordo di programma quadro firmato nel 2016”
“Serve mettere in atto una serie di azioni nevralgiche, da tempo solo annunciate- ha detto- prima fra tutte l’attuazione dell’Accordo di programma quadro firmato nel 2016”
“Mentre allo stato si minacciano nuovi esuberi- afferma- gli interventi per lo sviluppo territoriale, i finanziamenti, gli investimenti e le opere necessarie per il conseguimento degli obiettivi di crescita anche di lungo periodo sono al palo.
Vedi la riorganizzazione del retroporto: il rigassificatore, il bacino di carenaggio, lo spacchettamento doganale di quote di containers mentre quello che costituisce il piu’ grande terminal per il transhipment presente in Italia e uno dei piu’ importanti hub del traffico container nel bacino del Mediterraneo, continua a perdere quote di mercato significative a vantaggio di altri porti competitor. Nell’ultimo arco temporale Genova e Trieste hanno registrato un segno piu’ nei volumi di traffici, dato che certifica come la crisi del settore non sia globale ma specificatamente limitata allo scalo calabrese”.
Secondo Nicolò, “su Gioia Tauro serve una chiara strategia di sviluppo ed occorre che il Governo tenga fede a quanto concordato in sede di programmazione negoziata. Il porto deve andare oltre il transhipment ed occorre una programmazione funzionale ad aumentare i volumi commerciali e di traffico, ad attrarre capitali, soprattutto esteri, e incoraggiare l’insediamento delle imprese”.