Sono due gli episodi principali al centro dell’inchiesta della Procura di Catanzaro sfociata oggi nella sospensione dai pubblici uffici di due dirigenti già in servizio all’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro. I due indagati sono accusati di avere fornito alla Regione Calabria false comunicazioni sul numero di posti letto Covid attivabili entro 48 ore, posti letto in realtà inesistenti, secondo gli inquirenti. Ad applicare la misura interdittiva è stata la Guardia di Finanza. Quattro in tutto gli indagati: il rettore dell’università Magna Graecia di Catanzaro, Giovambattista De Sarro, Caterina De Filippo, direttore medico di presidio della ‘Mater Domini’, Giuseppe Giuliano, all’epoca dei fatti contestati commissario della ‘Mater Domini’, e Matteo Galletta, allora direttore sanitario della ‘Mater Domini’. La misura interdittiva della sospensione per un anno dagli uffici pubblici è stata applicata solo a Giuliano e a Galletta.
L’attivazione dei nuovi posti
L’attivazione dei nuovi posti
Il primo episodio all’attenzione della Guardia di Finanza risale al gennaio 2022, periodo in cui in Calabria si era registrato un aumento esponenziale dei contagi Covid. In una conversazione intercettata tra il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e il rettore Giovambattista De Sarro, il primo avrebbe detto all’interlocutore: “Io qua sto scoppiando con i ricoveri in area medica”, sollecitando l’attivazione di nuovi posti letto al ‘Mater Domini’ per alleggerire la pressione sugli ospedali calabresi. “Giuliano dice di aver trovato altri posti; quelli di Geriatria però io credo che sia assurdo che Pneumologia non concorre ad occuparsi del Covid. Quindi sto scrivendo a Giuliano di verificare se può trovare altri 20 posti letto tra malattie infettive e pneumologia”. Secondo quanto rilevano gli inquirenti, “Occhiuto otteneva almeno a parole la disponibilità di De Sarro a trovare altri 20 posti letto Covid in area medica”. Il rettore – si legge negli atti dell’inchiesta – quindi era entrato in contatto con Giuliano che aveva così risposto: “Allora io oggi faccio la comunicazione; se voi siete d’accordo distribuisco però i 20 posti tra Geriatria e Pneumologia”.
Le comunicazioni per evitare la “zona rossa”
In un’altra intercettazione lo stesso Giuliano al suo interlocutore confiderà, riferendosi al presidente della Regione: “Ha fatto l’ira di Dio, dice che questi posti letto devono essere aperti entro 48 ore”. Questo contesto, secondo gli inquirenti, era preparatorio alla successiva comunicazione dell’esistenza di 24 posti letto Covid al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, posti letto “in realtà inesistenti” per la Procura, secondo la quale questa comunicazione avrebbe comportato “l’inserimento da parte della Regione Calabria, indotta in errore, di dati non corrispondenti al vero sulla piattaforma informativa del ministero della Salute per la rilevazione giornaliera dei posti letto Covid” e avrebbe condizionato l’assegnazione del codice colore, con l’obiettivo di evitare la “zona rossa” in Calabria.
I posti letto “inesistenti”
Il secondo episodio al centro dell’indagine della Procura di Catanzaro risale ad alcuni mesi prima, all’agosto del 2021, e coinvolge Giuliano, Galletta e De Filippo: anche in questo caso, sarebbe stata comunicata al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria l’esistenza di 40 posti letto Covid attivabili in 48 ore al presidio ‘Villa Bianca’ afferente all’ex azienda universitaria ‘Mater Domini’, ma – è scritto ancora negli atti dell’inchiesta riportati dall’Agi – “inesistenti, trovandosi i locali in completo stato di abbandono, non funzionando neppure la rete di erogazione dei gas medicali, mancando inoltre il personale”.
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