“Presa a calci e a pugni”, nei guai il marito della donna uccisa da un’alluvione nel Lametino

Da parte civile a imputato. Accecato dalla gelosia avrebbe maltrattato la moglie alla presenza dei figli: il gup lo rinvia a giudizio
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di Gabriella Passariello- Da parte civile in un processo ad imputato in un altro procedimento. Il gup del Tribunale di Lamezia Terme Emma Sonni ha rinviato a giudizio Angelo Frijia, 39 anni, di Lamezia, per maltrattamenti, lesioni personali, con l’aggravante dei futili motivi nei confronti della moglie Stefania Signore, 30enne di Gizzeria, travolta e uccisa insieme ai suoi due bambini da un fiume di fango e di detriti nell’alluvione del 4 ottobre 2018 a San Pietro Lametino. Una tragedia che ha portato a processo cinque imputati, tra cui due dirigenti e due agenti di vigilanza stradale della Provincia di Catanzaro, che avrebbero potuto, a vario titolo, evitare gli sversamenti di acqua e fango lungo la strada provinciale 113, un processo nel quale si è costituito parte civile il 39enne Frijia.

Le presunte aggressioni e la gelosia cieca

Le presunte aggressioni e la gelosia cieca

L’uomo, secondo le ipotesi di accusa, avrebbe posto in essere una serie di atti vessatori, violenti e intimidatori nei confronti della donna, provocandole diverse umiliazioni. In particolare il 25 giugno 2017, dopo il battesimo di uno dei figli, l’avrebbe colpita al volto, causandole un’ecchimosi all’altezza del mento e circa un mese dopo, il giorno del compleanno della moglie, l’avrebbe aggredita lasciandole lividi sul collo e sulle braccia. Circa un anno dopo, un altro episodio a dir poco spiacevole: la donna sarebbe uscita da casa dopo un litigio avuto con il marito durante il pranzo e una volta rientrata nell’abitazione, quest’ultimo avrebbe brandito uno spiedino, minacciandola di infilarglielo in un occhio. Il motivo? Secondo le ipotesi di accusa, il 39enne si sarebbe convinto che la moglie gli stesse mettendo i figli contro. Ma le violenze non sarebbero finite qui.

Presa a calci e a pugni

Nel mese di luglio 2018 avrebbe aggredito la moglie, riportando un’ecchimosi al braccio e Il 22 agosto dello stesso anno, l’avrebbe presa a calci e pugni, afferrandola per il collo e provocandole un trauma cranico con “contusione temporo parietale destro, piccole soffusioni emorragiche nella regione cricoloidea e laterale destra del collo”, come da referto dell’ospedale di Lamezia Terme. Con l’ aggravante di aver agito per futili motivi, dovuti alla morbosa gelosia nei confronti della moglie e di aver commesso i fatti in presenza dei figli minori. Il processo inizierà il prossimo 10 febbraio e spetterà all’avvocato Antonio Perri, difensore dell’imputato, smontare le ipotesi di accusa.

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