Non c’erano grossi dubbi e le previsioni sull’elezione del nuovo presidente Anci Calabria sono state rispettate in pieno: è stata dichiarata eletta Rosaria Succurro, sindaco di San Giovanni in Fiore, che è anche presidente della Provincia di Cosenza. Ma è una vittoria tanto scontata quanto zoppa. Nell’assemblea dell’associazione, che ha votato oggi a Lamezia Terme, mancavano non solo tutti i sindaci di Fratelli d’Italia (LEGGI QUI), ma anche quelli di 4 capoluoghi di Provincia: Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza e Crotone (LEGGI QUI). Da un lato, dunque, è netta la spaccatura nel centrodestra, con Fratelli d’Italia che non ha condiviso la candidatura della Succurro, non nel merito della figura ma nel metodo della sua individuazione; dall’altro ci sono (anzi non ci sono) i grandi Comuni calabresi, con i soli sindaci di Vibo e Lamezia Terme a rappresentarli in assemblea elettiva. Contro l’elezione della Succurro anche il centrosinistra, che ha deciso di non partecipare al voto contestandone la scelta, ritenuta divisiva. Stessa ragione che è alla base dei sindaci Nicola Fiorita (Catanzaro), Paolo Brunetti (Reggio), Franz Caruso (Cosenza) e Vincenzo Voce (Crotone), che non si sono presentati al voto definento la netta chiusura all’ipotesi di una presidenza condivisa dell’Anci – fortemente richiesta da tutte le grandi città calabresi anche attraverso un documento, caduto palesemente nel vuoto, firmato da 13 sindaci (LEGGI QUI) – come “il momento più basso nella vita dell’Associazione dei Comuni”. A queste si erano inoltre aggiunte ulteriori voci di contrarietà ad una nomina ritenuta troppo vicina al Presidente Occhiuto, accusato in alcuni casi di essersi scelto una fedelissima in un importante ruolo di interlocuzione (LEGGI QUI). L’elezione della Succurro ha dunque l’unico pregio di aver colmato un vuoto alla guida dell’Anci, da anni scoperta a causa delle vicissitudini giudiziarie degli ultimi due presidenti, Gianluca Callipo (Pizzo) e Marcello Manna (Rende).