La seconda sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro, Arianna Roccia, a carico dell’avvocato Gennaro Pierino Mellea, 47 anni, residente nel capoluogo di regione. L’ipotesi accusatoria formulata a carico del legale catanzarese era estorsione aggravata dal metodo mafioso. La vicenda, nata da una indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva portato il pm Domenico Guarascio a richiedere la misura dell’arresto nei confronti del professionista (accolta in parte, poiché erano stati disposti gli arresti domiciliari), sulla base di circostanze che – secondo una nota trasmessa dall’avvocato Concetta Nunnari – sarebbero “inveritiere e sconfessate dalla suprema corte, che ha riconosciuto che il professionista si era limitato a fare il suo lavoro di avvocato”.
Annullamento con rinvio e nuovo giudizio a Catanzaro
Annullamento con rinvio e nuovo giudizio a Catanzaro
Per difesa, costituita dagli avvocati Enzo De Caro, Vitaliano Leone e Concetta Nunnari, si sarebbe “dimostrato l’assurdità dell’accusa e l’errore giudiziario in cui è incappato l’avvocato”. Tuttavia sarà necessario un nuovo giudizio dinnanzi a un’altra sezione del Tribunale del Riesame di Catanzaro per fare chiarezza sulle esigenze cautelari disposte dal gip Arianna Roccia su richiesta della Procura guidata da Nicola Gratteri nei confronti dell’avvocato Mellea. “Si spera che questa, cosi come altre similari vicende, inducano chi di dovere – sottolinea l’avvocato Nunnari nella sua nota – ad attenzionare l’opera di chi dovrebbe condurre le indagini con imparzialità e serenità, onde evitare la ricorrenza di situazioni del genere in danno della classe forense, purtroppo numerose quanto inutili”.
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