Prezzi degli alimenti alle stelle, Coldiretti: “Stangata per le famiglie calabresi da 150 milioni”

I rincari dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina contagiano i prezzi nel carrello della spesa
prezzi alimenti

I rincari dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina contagiano i prezzi nel carrello della spesa con aumenti che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori. È quanto emerge dallo studio della Coldiretti che ha stilato una lista degli aumenti sullo scaffale sulla base delle rilevazioni Istat sull’inflazione a giugno 2022, che ha raggiunto il record dal 1986 con i beni alimentari in aumento dell’8,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Perdita del potere di acquisto di salari e stipendi

Perdita del potere di acquisto di salari e stipendi

“Questo significa – commenta Coldiretti – che i prezzi alimentari non sono a dieta e vi è una notevole perdita del potere di acquisto di salari e stipendi a seguito dell’escalation dei prezzi di beni e servizi. La farina che riguarda beni di prima necessità, come il pane, ha prezzi in salita del 20,5% trainati dagli aumenti del grano che interessano anche la pasta, in salita del 18,3%. La carne di pollo (+15,1%), e il riso. Rincari a doppia cifra – continua Coldiretti – pure per le uova (+13,6%), e con i gelati che costano il 13,4% in più rispetto allo scorso anno”.

Stangata per le famiglie calabresi da 150 milioni di euro

Il nuovo balzo dei prezzi aggrava una situazione che, secondo una stima Coldiretti, “costerà nel 2022 alle famiglie calabresi circa 150milioni di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione scatenata dalla guerra in Ucraina, che colpisce soprattutto le categorie più deboli che spendono una larga percentuale del loro reddito nell’alimentazione. Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti – più di un’azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto, secondo le stime del Crea, dell’aumento dei costi di produzione. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

L’appello di Coldiretti

“Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della Coldiretti Calabria Franco Aceto nel sottolineare che “nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro che ad oggi è sicuramente incerto”.

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