di Maria Teresa Improta – I quartieri popolari (e popolosi) usati per raccattare voti last minute. Il candidato alla carica di sindaco di Cosenza Francesco Civitelli esprime la propria indignazione nei confronti di un fenomeno tipico delle campagne elettorali calabresi. Si presenta come portavoce del popolo, mosso dagli ideali trasmessi dal compianto socialista cosentino Giacomo Mancini, e non accetta che i suoi concittadini vengano sfruttati per accaparrarsi una poltrona a Palazzo dei Bruzi. “I candidati a sindaco oggi scesi in campo – denuncia Francesco Civitelli sostenuto da cinque liste e un esercito di 190 aspiranti consiglieri – sono anni che non si vedono nei quartieri. Appaiono all’improvviso e si riscoprono di espressione popolare. Succede, casualmente, a dieci giorni dalla chiamata alle urne. Vengono ora a via Popilia, a via degli Stadi, a San Vito, al Villaggio rom a dire ai cittadini che non possono vivere in queste condizioni”.
L’indifferenza e “l’interesse”
L’indifferenza e “l’interesse”
“Questo mi fa infuriare. Sono problemi che – afferma Civitelli – esistono da sempre e loro non se ne sono mai preoccupati. Venire a distruggere il lavoro fatto da me e da pochi altri sul territorio, chiedendo e sollecitando interventi attraverso numerose segnalazioni (ben prima della campagna elettorale), è inaccettabile. Preferirei che mantenessero l’indifferenza che hanno avuto in questi anni che, come si dice a Cosenza, dove hanno passato l’inverno passassero anche l’estate. Nonostante i quartieri popolari abbiano sempre avuto dei rappresentanti all’interno dell’amministrazione comunale, le periferie sono rimaste sempre distanti dal centro della città e dalle istituzioni. Questo abbandono mi ha spinto a presentarmi alla carica di sindaco. L’obiettivo è di agire dall’interno, non più con segnalazioni dal basso sostituendo figure che sono retribuite per garantire il decoro urbano e invece se ne infischiano”.
La raccolta di voti porta a porta
“Bussano ai portoni dell’ultimo lotto di via Popilia, entrano nelle case per chiedere voti. Succede anche negli altri quartieri: Cosenza Vecchia, Panebianco, via degli Stadi, Villaggio. Trovano il modo per presentarsi alle famiglie, di traverso o a gamba tesa, con la faccia d’angelo, creando scompigli per chi invece nei quartieri ha davvero lavorato. Questa non è una campagna elettorale trasparente e pulita. Abbiamo rappresentato in più occasioni i disagi che si vivono nelle periferie (in primo luogo l’accumulo di rifiuti) e ci è stato detto che le competenze erano della Regione, che si trattava di situazioni presenti dappertutto. Mi chiedo invece allora perché adesso si rifugiano proprio in questi stessi problemi. Forse mancano idee e i programmi sono poveri di progetti seri. Stanno adoperando il sistema del porta a porta per raccogliere consensi, ma sono fiducioso in quanto i residenti dei quartieri popolari hanno subito tanto e non credo caschino nuovamente in questi abbagli”.
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