Dalle botte alle minacce: “Se non vai via da Catanzaro ti strappo”

Carabinieri Tropea

La donna ha tentato di difendersi, ma l’uomo continuava a colpirla strappandole l’orecchino dal lobo

Prima gli insulti, poi gli schiaffi, i calci e i pugni, perché di vederla entrare in quella casa non ce la faceva proprio. E’ successo il 6 marzo scorso, E. G. Z, 34 anni, di origine marocchina e residente a Catanzaro si stava trasferendo nella sua nuova abitazione, nei pressi di via Acri, in via Sant’Agostino per l’esattezza, una zona centrale del capoluogo calabrese. Proprio in quella strada incontra il nuovo vicino di casa, un 30enne, anche lui di nazionalità marocchina, che la intima di non portare il suo fidanzato in quella casa. Un’imposizione a cui la donna si ribella, facendo presente di aver stipulato un regolare contratto di affitto con il proprietario e che lui non aveva alcun diritto di dirle chi portare, visto che il proprietario di casa non le aveva posto alcuna limitazione. Infastidito dalle sue risposte, il 30enne inizia ad insultarla, sferrandole uno schiaffo all’altezza dell’orecchio destro. La donna cerca di difendersi, ma l’uomo la colpisce con schiaffi, le graffia il collo e le strappa con forza l’orecchino dal lobo destro. La donna inizia ad urlare sperando nell’aiuto di qualche passante, una vicina di casa si accorge di quanto accade e telefona alle Forze dell’ordine. Nel frattempo l’uomo accorgendosi che E. G. Z. stava perdendo sangue si rifugia nella sua abitazione, per ritornare poco dopo con la moglie. Adesso sono in due ad aggredirla, la colpiscono, le girano il braccio e l’uomo proferisce parole offensive del tipo: “devi sparire da Catanzaro, come ti ho strappato l’orecchio, ti strappo anche sotto”. A sedare gli animi l’intervento dei carabinieri, poi l’arrivo dell’ambulanza: la donna viene trasportata al Pronto soccorso dell’ospedale Pugliese- Ciaccio dove le è stata diagnosticato una distorsione rachide-cervicale, perforazione del lobo sinistro, trauma distorsivo del polso destro e contusioni multiple con prognosi di 25 giorni. E’ stata la stessa E. G. Z. a denunciare i fatti agli agenti della Questura di Catanzaro.

Prima gli insulti, poi gli schiaffi, i calci e i pugni, perché di vederla entrare in quella casa non ce la faceva proprio. E’ successo il 6 marzo scorso, E. G. Z, 34 anni, di origine marocchina e residente a Catanzaro si stava trasferendo nella sua nuova abitazione, nei pressi di via Acri, in via Sant’Agostino per l’esattezza, una zona centrale del capoluogo calabrese. Proprio in quella strada incontra il nuovo vicino di casa, un 30enne, anche lui di nazionalità marocchina, che la intima di non portare il suo fidanzato in quella casa. Un’imposizione a cui la donna si ribella, facendo presente di aver stipulato un regolare contratto di affitto con il proprietario e che lui non aveva alcun diritto di dirle chi portare, visto che il proprietario di casa non le aveva posto alcuna limitazione. Infastidito dalle sue risposte, il 30enne inizia ad insultarla, sferrandole uno schiaffo all’altezza dell’orecchio destro. La donna cerca di difendersi, ma l’uomo la colpisce con schiaffi, le graffia il collo e le strappa con forza l’orecchino dal lobo destro. La donna inizia ad urlare sperando nell’aiuto di qualche passante, una vicina di casa si accorge di quanto accade e telefona alle Forze dell’ordine. Nel frattempo l’uomo accorgendosi che E. G. Z. stava perdendo sangue si rifugia nella sua abitazione, per ritornare poco dopo con la moglie. Adesso sono in due ad aggredirla, la colpiscono, le girano il braccio e l’uomo proferisce parole offensive del tipo: “devi sparire da Catanzaro, come ti ho strappato l’orecchio, ti strappo anche sotto”. A sedare gli animi l’intervento dei carabinieri, poi l’arrivo dell’ambulanza: la donna viene trasportata al Pronto soccorso dell’ospedale Pugliese- Ciaccio dove le è stata diagnosticato una distorsione rachide-cervicale, perforazione del lobo sinistro, trauma distorsivo del polso destro e contusioni multiple con prognosi di 25 giorni. E’ stata la stessa E. G. Z. a denunciare i fatti agli agenti della Questura di Catanzaro.

Redazione Calabria 7

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