‘Primula nera’ in manette, arrestato terrorista della destra eversiva e sicario della ‘ndrangheta

Tra i motivi dell'arresto anche le minacce al figlio del giudice che in primo grado lo ha condannato all’ergastolo per la strage di Bologna

È stato arrestato Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale, condannato circa un anno fa all’ergastolo in primo grado dalla corta d’assise di Bologna come uno degli esecutori materiali della strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. L’arresto, come conferma uno dei suoi legali, sarebbe avvenuto su ordinanza della corte d’assise d’appello di Bologna. Dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta dal giudice Orazio Pescatore (giudice a latere Anna Mori), emergerebbe che tra i motivi che hanno portato all’arresto di Paolo Bellini, ci sono anche le minacce nei confronti del figlio del giudice Francesco Maria Caruso, presidente della Corte d’Assise di Bologna che in primo grado ha condannato all’ergastolo l’ex di Avanguardia Nazionale per concorso nella strage di Bologna. Intercettato nell’ambito di un processo a Caltanissetta Bellini avrebbe pronunciato dei riferimenti minacciosi verso il figlio del magistrato di cui si era informato della professione e del paese in cui la esercita. 

Chi è Paolo Bellini

Chi è Paolo Bellini

Un uomo dai mille volti, ladro di mobili antichi, truffatore, “assassino” come lui stesso si è definito, pur dichiarandosi sempre innocente per la strage di Bologna, pilota d’aerei, killer di ‘ndrangheta per i clan di Cutro e per un periodo collaboratore di giustizia al processo di Palermo sulla trattativa Stato-Mafia del 1992 . E’ tutto questo Paolo Bellini, la ‘Primula nera’, così lo chiamavano, settant’anni compiuti solo pochi giorni fa, ex terrorista di Avanguardia nazionale, condannato in primo grado all’ergastolo nell’aprile del 2022 dalla Corte d’Assise di Bologna, presieduta dal giudice Francesco Maria Caruso, come quinto esecutore della strage del 2 agosto 1980 in concorso con gli ex Nar (Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, quest’ultimo condannato solo in primo grado, l’appello è tutt’ora in corso).

La carriera criminale di Bellini

Dalla metà degli anni Settanta il reggiano Bellini è stato protagonista delle cronache giudiziarie. Autore di omicidi come quello nel 1975 del militante di Lotta Continua Alceste Campanile, che confesserà solo nel 1999 (verrà condannato nel 2009 ma poi prosciolto per prescrizione del reato). Nel 1976 diventa latitante per sfuggire ad un mandato di cattura per tentato omicidio: si rifugia in Sudamerica, per ricomparire in Italia nel 1981 con il falso nome di Roberto Da Silva, brasiliano. Nel 1983 Bellini viene indagato la prima volta per la strage di Bologna, ma sarà in seguito scagionato. Nel 1988 conosce in carcere l’uomo d’onore Antonino Gioè, che lo definisce “infiltrato dello Stato” nella lettera scritta prima di morire dopo gli attentati del ’93. E il pentito Giovanni Brusca lo indica come “suggeritore” della strategia per colpire i monumenti.

La strage di Bologna

Nel 2019, quando i magistrati della Procura generale chiedono e poi ottengono la revoca del proscioglimento disposto dal Tribunale bolognese il 28 aprile 1992, in relazione alla strage della stazione, Bellini lavora come pizzaiolo nel Lazio sotto falso nome dopo essere uscito dal programma speciale di protezione. Poi il rinvio a giudizio e l’inizio del processo nell’aprile del 2021: “Mi sento come Sacco e Vanzetti” fu il suo unico commento prima di entrare in aula. La Procura generale smonta il suo alibi che aveva retto 40 anni e la ex moglie lo riconosce in un video amatoriale girato in stazione la mattina del 2 agosto 1980, subito dopo l’esplosione della bomba che fece 85 morti e oltre 200 feriti. Il 6 aprile 2022 viene condannato all’ergastolo, in primo grado. (Ansa)

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