di Gabriella Passariello- Con sette condanne e due assoluzioni si chiude il processo di primo grado per nove imputati, che hanno scelto il rito ordinario, coinvolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro, nome in codice “Prisoners Tax”, un blitz che il 23 luglio 2019 ha portato i carabinieri ad eseguire 25 misure cautelari, vergate dal gip Antonio Battaglia, sgominando un giro di sostanze stupefacenti ed estorsioni nell’area del Soveratese. Regge l’inchiesta della Procura, ma cade l’aggravante mafiosa per quattro imputati, accusati di nascondere, trasportare e consegnare droga anche a minorenni. Il Tribunale collegiale di Catanzaro, presieduto da Teresa Lidia Gennaro, a latere Beatrice Fogari e Fabiana Giacchetti, ha inflitto pene comprese tra gli 11 anni e gli 8 mesi di reclusione.
Le condanne
Le condanne
I giudici hanno condannato Ponzio Romano a 11 anni di reclusione con l’esclusione dell’aggravante mafiosa; Annamaria Gregoraci , a 8 anni di reclusione, esclusa l’aggravante mafiosa; Giuseppe Santise, 7 anni di reclusione, esclusa l’aggravante mafiosa; Francesco Mongiardo, a 7 anni di reclusione con l’esclusione dell’aggravante mafiosa; Salvatore Procopio a 7 anni e 2 mesi di reclusione, esclusa l’aggravante mafiosa; Francesca Cosentino a 1 anni e 3mila euro di multa e Francesco Tassone, a 8 mesi e 2mila euro di multa con concessione condizionale della pena
Le assoluzioni
Hanno invece assolto Stefano Longo e Simona Viola con formula ampia, perché il fatto non sussiste.
Il capo dell’organizzazione
L’inchiesta era stata avviata nell’estate del 2016 dopo l’analisi di alcune attività anti-droga eseguite nel corso di ordinari servizi di controllo del territorio. Le investigazioni hanno permesso di documentare la gestione organizzata dell’attività di spaccio (cocaina, hashish e marijuana) da parte del sodalizio nei comuni di San Sostene, Davoli, Montepaone e Gasperina. Secondo l’accusa a capo dell’organizzazione ci sarebbe stato Domenico Procopio, ritenuto il reggente della cosca della ‘ndrangheta Procopio-Mangiardo, condannato insieme ad altri 21 imputati, in primo grado, con rito abbreviato a 14 anni e 8 mesi di reclusione e nei cui confronti è alle battute finali il processo di appello (LEGGI).
L’intercettazione imbarazzante della compagna di un noto politico
Nelle intercettazioni relative all’operazione Prisoners tax emerge il ruolo centrale delle donne nella cessione di droga, concordano il prezzo, specificano anche il tipo di sostanza: “ma erba o fumo… cinquanta per adesso… non erba, meglio erba perché il fumo ce l’ho..” Il 3 luglio 2016 vengono captati alcuni dialoghi riconducibili ad una transazione di droga, ad opera di Domenico Spadea condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 20 anni di reclusione nell’ambito della stessa inchiesta e Annamaria Gregoraci nei confronti della compagna di un noto politico, non sottoposta ad indagini. La Gregoraci chiede alla donna di cosa avesse bisogno “eh hai bisogno, per oggi…” la donna conferma “…il solito….”. La cessione si sarebbe concretizzata direttamente a casa della Gregoraci “… io sono a casa amore se vuoi passare…” e la compagna del politico risponde “… cinque minuti e sono da te”. Poco dopo la donna contatta la Gregoraci per avvertirla che le aveva lasciato 10 euro in più rispetto al quantitativo acquistato, una sorta di anticipo sul prossimo acquisto di droga, come desumibile dall’esternazione: “dalla prossima volta… va bene”.
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