Privacy e frodi tecnologiche, la Finanza blocca il “Berlusconi Market” sul dark web

Il Nucleo Speciale Tutela Privacy ha proseguito le sofisticate indagini tecniche nel mondo del Dark Web individuando ulteriori persone coinvolte nella gestione del noto Black Market

Il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia, ha proseguito le sofisticate indagini tecniche nel mondo del Dark Web individuando ulteriori persone coinvolte nella gestione del noto Black Market denominato Berlusconi Market, una piattaforma di vendita on-line di ogni genere di merce illegale.

I “Black Market”

I “Black Market”

Come noto, i Black Market del Dark Web sono risorse informatiche accessibili solo utilizzando browser che consentono di navigare in rete in completo anonimato (browser Tor con dominio.onion). Le risorse del Dark Web non vengono indicizzate dai comuni motori di ricerca e non sono registrate presso i pubblici registri dei domini in quanto finalizzate a garantire l’anonimato degli utenti che vi navigano. Per ottenere questo risultato la connessione viene fatta “rimbalzare” tra più server, ubicati in Stati diversi, chiamati nodi, in modo da rendere pressoché impossibile rintracciare la sua reale origine. Inoltre, i dati scambiati vengono criptati tra un nodo e l’altro. L’accesso non è libero ma ristretto agli utenti accreditati. I Black Market si presentano come un vero e proprio mercato on-line in cui i numerosi venditori (vendor) pubblicizzano e propongono in vendita merci e servizi illegali.

La creazione di un account su tali portali è impostata su username e password, in totale anonimato. Considerando la peculiarità della merce posta in vendita, l’utilizzo dei Black Market rende estremamente pericolose le risorse in questione, poiché si rivolgono ad una vasta platea di acquirenti e venditori, essendo accessibili da soggetti di tutto il mondo e di qualsiasi fascia di età. Peraltro, l’acquisto di merce illegale sui Black Market, oltre a configurare precise violazioni di legge, anche molto gravi, espone gli acquirenti a ulteriori rischi connessi alla condivisione di dati personali con soggetti privi di scrupoli che possono riutilizzarli in altri contesti parimenti illegali, alla possibilità di “infettare” i propri apparati informatici con virus e malware dannosi, oltre alla eventualità che i prodotti acquistati siano diversi da quelli attesi o che la merce ordinata non venga recapitata affatto.

Le indagini

L’indagine, avviata nel mese di maggio 2019, aveva consentito di identificare un vendor di sostanze stupefacenti attivo nel mondo del Dark Web attraverso i portali di vendita on-line, e si era concluso con il sequestro di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti e l’arresto del vendor e degli amministratori del Black Market denominato Berlusconi Market. Il Berlusconi Market funzionava con le stesse modalità di un normale sito di ecommerce, con la differenza che gestiva e promuoveva la vendita di prodotti di natura illecita, sfruttando l’anonimato del protocollo Tor, caratteristico del Dark Web.

Le successive indagini, svolte anche nel mondo delle criptovalute, le monete virtuali molto diffuse nel mondo dell’illegalità connessa ai traffici illeciti nel Dark Web, hanno consentito di individuare ulteriori soggetti coinvolti negli affari illegali derivanti dalla gestione del Black Market denominato Berlusconi Market. Con l’indagine relativa al Berlusconi Market era stato infatti sgominato un sodalizio criminale che gestiva questo importante Black Market, vera piattaforma di vendita on-line di merci illegali, principalmente sostanze stupefacenti. Grazie all’arresto dei tre soggetti amministratori era stato quindi possibile rendere inoperativa questa risorsa della rete Internet, esempio evidente della progressiva migrazione delle “piazze di spaccio” dai luoghi fisici ai luoghi virtuali, non meno insidiosi e pericolosi.

I provvedimenti

Gli elementi raccolti nel corso delle investigazioni e sviluppati secondo le più moderne tecnologie dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, coordinato dalla Procura della Repubblica di Brescia, hanno adesso consentito all’Autorità Giudiziaria di Brescia di emettere appositi provvedimenti restrittivi della libertà personale domiciliare nei confronti di un soggetto residente nella provincia Barletta-Andria-Trani, e disporre l’esecuzione di perquisizioni a carico di ulteriori 5 soggetti residenti in Puglia e a Brescia.

I personal computer, notebook e smartphone sequestrati nel corso dell’attività saranno esaminati secondo le migliori tecniche di analisi forense per ricostruire sia le attività illegali compiute attraverso il Black Market che i movimenti di valuta virtuale connessi agli scambi illegali realizzati con la piattaforma. I Bitcoin e i Monero sono infatti le monete virtuali molto diffuse nel mondo dell’illegalità connessa ai traffici illeciti nel Dark Web e alle attività di riciclaggio di “denaro sporco”, attività in grado di rendere guadagni di migliaia di euro mensili.

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