Processione S. Antonio, mons. Cantafora augura rinascita a Lamezia

“L’ora presente chiama a raccolta tutte le forze di buona volontà per una grande sinergia. Lamezia è una città sofferente! Lamezia è una città che vive una lunga ora d’attesa! L’attesa di una rinascita e di un risveglio! L’augurio che rivolgo a Lamezia è di rinascere, in questo periodo difficile, bisognoso di unità, di dialogo, di condivisione delle speranze e delle forze.” Così monsignor Luigi Cantafora, nel saluto a conclusione della processione di S. Antonio di Padova, Protettore della città, che ieri ha attraversato le strade di Lamezia, a conclusione dei solenni festeggiamenti. Un forte monito all’unità della città, quello di Cantafora, un invito accorato a quanti hanno responsabilità pubbliche a ricercare e mettere al primo posto il bene comune, ad essere “formati” per il bene comune.

“La storia ci mostra come la devozione a Sant’Antonio sia un rifugio per ogni momento difficile della nostra città. Ogni avversità, nella storia, ha interpellato il nostro Santo. – ha proseguito il presule – Sant’Antonio per Nicastro e ora Lamezia Terme è stato sempre il santo delle rinascite. Rinascita dopo il terremoto, la carestia, la peste e la guerra. Ogni rinascita ha avuto in Antonio il testimone privilegiato. Sant’Antonio ci conduca all’unità. Torni ad indicarci il nostro suolo, la nostra terra, quella che Dio ci ha donato e ci insegni a combattere le comuni sfide, impegnandosi fianco a fianco e non l’uno contro l’altro. Sant’Antonio porta al Signore i nostri pesi, le nostre fatiche, le nostre delusioni, le nostre speranze, ma allo stesso tempo riconsegna anche a noi, in particolare a quanti hanno compiti di responsabilità e di servizio alla comunità, le attese di una comunità intera. Al Santo chiedo di benedirci con il dono della fiducia! Chiedo al Santo di benedirci con il dono della giustizia. Chiedo al Santo di benedirci con il dono dell’unità. Chiedo al Santo di benedirci con il dono della pace.

“La storia ci mostra come la devozione a Sant’Antonio sia un rifugio per ogni momento difficile della nostra città. Ogni avversità, nella storia, ha interpellato il nostro Santo. – ha proseguito il presule – Sant’Antonio per Nicastro e ora Lamezia Terme è stato sempre il santo delle rinascite. Rinascita dopo il terremoto, la carestia, la peste e la guerra. Ogni rinascita ha avuto in Antonio il testimone privilegiato. Sant’Antonio ci conduca all’unità. Torni ad indicarci il nostro suolo, la nostra terra, quella che Dio ci ha donato e ci insegni a combattere le comuni sfide, impegnandosi fianco a fianco e non l’uno contro l’altro. Sant’Antonio porta al Signore i nostri pesi, le nostre fatiche, le nostre delusioni, le nostre speranze, ma allo stesso tempo riconsegna anche a noi, in particolare a quanti hanno compiti di responsabilità e di servizio alla comunità, le attese di una comunità intera. Al Santo chiedo di benedirci con il dono della fiducia! Chiedo al Santo di benedirci con il dono della giustizia. Chiedo al Santo di benedirci con il dono dell’unità. Chiedo al Santo di benedirci con il dono della pace.

Chiedo al Santo di benedirci con il dono dell’amore alla verità e alla legalità”. “Come Vescovo e Pastore di Lamezia Terme, vi affido a Sant’Antonio, prima di benedirvi. Sarà la mia ultima benedizione da Vescovo di Lamezia Terme, prima di cedere il pastorale a Monsignor Schillaci, nuovo Vescovo di Lamezia, a cui va già la mia stima, il mio affetto e la mia preghiera – ha concluso infine monsignor Cantafora – So di lasciare Lamezia affidata all’amore e alla protezione di Sant’Antonio. Sant’Antonio, difensore dei poveri, di chi ha bisogno, di chi è senza aiuto e difesa, ci faccia sentire tutto il compito della sincera e concreta devozione a lui.”

Redazione Calabria 7

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