Una condanna e due assoluzioni per non aver commesso il fatto oltre alla restituzione dei beni sequestrati. E’ il verdetto emesso dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Tiziana Macrì, giudici Giorgia Ricotti e Violetta Romano) nell’ambito del troncone ordinario del processo scaturito dall’inchiesta denominata “Best Shop” sulla presunta bancarotta fraudolenta dei negozi di alta moda del gruppo “Artusa” situati a Vibo, a Lamezia e a Milano. Il castello accusatorio, costruito dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia è parzialmente crollato in sede dibattimentale.
La sentenza
La sentenza
Condannato alla pena di due anni di reclusione limitatamente a un reato fine Franco Zezzo nei confronti del quale è stato disposto anche l’inabilitazione all’esercizio di una impresa commerciale e l’incapacità a esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la durata di due anni. Pena sospesa e non menzione. Assolti per non aver commesso il fatto Francesco Greco e Umberto Maurizio Artusa, difesi dagli avvocati Giuseppe Di Renzo, Francesco Gambardella e Antonello Fusca. Disposto il dissequestro e la restituzione dei beni sottratti. Per loro termina un’odissea giudiziaria durata otto anni. Nel troncone abbreviato attende ancora di essere giudicato dal gup di Catanzaro Mario Artusa, fratello di Maurizio.
Operazione “Best shop”
L’operazione scattò il 24 ottobre del 2013 e nel mirino finirono in particolare i due fratelli Artusa, imprenditori attivi nel settore del commercio al dettaglio di abbigliamento. Le indagini portarono all’esecuzione di quattro quattro ordinanze di custodia cautelare e a un sequestro di oltre tre milioni di euro. L’ipotesi di reato formulata dal gip, su richiesta della Procura di Vibo, era di di bancarotta fraudolenta impropria, patrimoniale e preferenziale. Fra i beni sequestrati i negozi di alta moda del gruppo Artusa situati a Vibo Valentia su Corso Vittorio Emanuele III, uno a Lamezia Terme su corso Nicotera e un altro a Milano, in via Modena. (mi.fa.)