Resta immutata la sentenza emessa il 22 settembre 2015 dal Tribunale di Crotone. La Corte di appello di Catanzaro eccetto l’aver dichiarato il non doversi procedere per morte del reo a carico di Massimo Arena, ha confermato cinque condanne, (ma non per tutte le accuse contestate), e cinque assoluzioni nell’ambito del processo Insula, nato da un’inchiesta con cui la Guardia di finanza, delegata alle indagini, riteneva di aver fatto luce su un accordo collusivo che prevedeva anche la stesura di un bando del Comune perché gli Arena potessero commercializzare i finocchi coltivati sui terreni confiscati agli stessi. La Corte di appello, presieduta da Giancarlo Bianchi ha assolto l’ex primo cittadino di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole ( il procuratore di Lamezia Salvatore Curcio, applicato al processo in veste di pg ha chiesto 6 anni di reclusione e mille euro di multa) il marito Francesco Pugliese (il pg ha chiesto 5 anni, 6 mesi e mille euro di multa), l’ex assessore all’Agricoltura di Isola Domenico Battigaglia (il pg ha chiesto 5 anni e mille euro di multa) e il funzionario comunale Domenico Calabretta (il pg ha chiesto 4 anni e mille euro di multa). Scagionati dall’accusa abuso d’ufficio e turbativa Pasquale Arena e Paolo Lentini (nei confronti dei quali il pg ha invocato rispettivamente per il primo 12 anni e per il secondo 4 anni e mille euro di multa) . Per turbativa d’asta sono stati condannati a 3 anni e sei mesi ciascuno il boss Nicola Arena (il pg ha chiesto 14 anni), e i presunti prestanome Antonio De Meco ( il pg aveva chiesto 4 anni e mille euro di multa) e Antonio Guarino ( il pg ha chiesto 4 anni e mille euro di multa). Dall’accusa di associazione mafiosa sono stati assolti Nicola Arena e il figlio Pasquale e Francesco Ponissa, quest’ultimo (nei cui confronti il pg ha chiesto 12 anni di carcere) è stato condannato a 4 anni di reclusione.“E’ la prima sentenza- aveva commentato il magistrato Salvatore Curcio, nel corso della requisitoria- che nega l’esistenza della cosca Arena. Una cosca riconosciuta dal 1975 dai Tribunali di Catanzaro e di Crotone”. Una vicenda giudiziaria iniziata il 3 dicembre 2013 quando i finanzieri bussarono in casa dei coniugi Pugliese per notificare un provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip distrettuale Abigail Mellace. Entrambi furono scarcerati dopo ben 155 giorni di arresti domiciliari nel maggio del 2014, quando la Dda di Catanzaro chiese il giudizio immediato.
g. p.
g. p.