Processo “Isola Scaligera”, ‘ndrangheta infiltrata a Verona: 13 condanne e 6 assoluzioni (NOMI)

Oltre 70 anni di reclusione inflitti in abbreviato dal gup del Tribunale di Venezia alle famiglie di 'ndrangheta che avrebbero inquinato l'economia veronese

di Mimmo Famularo – Con condanne da un anno a tredici anni e sei mesi si è chiusa una prima fase del processo per ‘ndrangheta relativo all’inchiesta ‘Isola Scaligera’ sulle infiltrazioni mafiose nel territorio d Verona. Il gup del Tribunale di Venezia Andrea Battistuzzi, nell’aula bunker di Mestre, ha pronunciato la sentenza relativa agli imputati che hanno scelto il giudizio con rito abbreviato. Sei le condanne emesse per un totale complessivo di oltre 70 anni di reclusione.

Le condanne

Le condanne

Le condanne sono di entità diverse: due anni e due mesi di reclusione per Ezio Anselmi; 8 anni e 10 mesi per Pasquale Durante; 11 anni, 8 mesi e 20mila euro di multa per Giovanni Ruggero Giardino;  7 anni, 8 mesi e 18mila euro di multa per Antonio Irco; 13 anni, 6 mesi e 20mila euro di multa per Ottavio Lumastro; 4 anni e 6 mesi di reclusione per Domenico Mercurio; 2 anni e 8 mesi di reclusione per Andrea Miglioranzi; 2 anni e 2mila euro di multa per Roberto Montresor; 2 anni per Raffaele Selvaggio;  4 anni, 8 mesi e mille euro di multa per Nicola Toffanin; 1 anno di reclusione per Stefano Vinerbini; 1 anno e 4 mesi per Silvia Zendrini; un anno e quattro mesi per Angelo Donadio. Per gli ultimi tre pena sospesa.

Le assoluzioni

Assolti da tutte le accuse per non aver commesso il fatto Marco Napoli, Andrea Ricciotti, Mattia Benetti, Marcello Protti, Emilia Sdao (moglie di Nicola Toffanin) e Engeniu Sirbu. Tra novanta giorni il deposito delle motivazioni. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Rago, Dal Ben, Dal Santo Stelitano, Tommasi, Favazza, Febbo, Betti e Tabanelli.

Le parti civili

In sei (Pasquale Durante, Ruggero Giovanni Giardino, Antonio Irco, Ottavio Lumastro, Domenico Mercurio, Nicola Toffanin) sono stati condannati al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale a favore della Regione Veneto per 225mila euro rimettendo comunque l’effettiva liquidazione del danno al giudice civile. Nicola Toffanin e Andrea Miglioranzi sono stati condannati a rifondere alla parte civile Amia Spa e alla Cgil di Verona e del Veneto il danno non patrimoniale arrecato. Disposta a favore della parte civile della Regione Veneto una provvisionale immediatamente esecutiva che il giudice liquida in 30mila euro per Pasquale Durante; 60mila euro per Giovanni Ruggero Giardino; 15mila euro per Antonio Irco; 60mila euro per Ottavio Lumastro; 30mila euro per Domenico Mercurio; 30mila euro per Nicola Toffanin.

Operazione “Isola Scaligera”

L’inchiesta ruota intorno alle infiltrazioni della cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto in territorio scaligero. Secondo l’accusa a Verona si sarebbe formata un’autonoma locale collegata con altri gruppi, sempre di matrice mafiosa, operante nelle province di Crotone, Vibo Valentia, Reggio Emilia, Brescia e Mantova, capace di imporre terrore e omertà, un mix che avrebbe consentito di commettere una serie di reati. Le accuse contestate a vario titolo agli imputati vanno dallo spaccio di droga all’estorsione fino all’intestazione fittizia di beni, riciclaggio, emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, favoreggiamento, illecita detenzione di armi, minacce e lesioni, simulazione di reato, truffe, corruzione, turbata libertà degli incanti con l’aggravante di essere un’associazione armata. I  promotori e gli organizzatori del sodalizio, secondo le ipotesi di accusa, sono Alfredo Giardino, 57 anni, Ottavio Lumastro, Nicola Toffanin, Francesco Vallone, Pasquale Durante e Luigi Russo detto Paolo. Avrebbero diretto e organizzato il gruppo criminale, assumendo le decisioni più importanti, impartendo le disposizioni necessarie a garantire l’operatività del gruppo e la produttività dei rapporti interni, riconoscendo, comunque, l’autorità di capofamiglia alla locale di ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, pur avendo piena autonomia di azione. Ma il capo indiscusso della locale di ‘ndrangheta di Isola nel territorio di Verona, per la Dda, è Antonio Giardino, alias “Totareddu” o il “Grande”, che avrebbe diretto l’articolazione scaligera, intrattenendo costanti rapporti con i vertici del clan, in particolare con il boss Pasquale Arena, inteso “Nasca”.

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