Processo Itaca contro la cosca Gallace-Gallelli, chiesti 100 anni di carcere

Gambizzata a colpi di fucile davanti a un bar nel Vibonese, fratello condannato a 9 anni e 8 mesi

Nel mirino i presunti illeciti nella gestione del porto di Badolato. L’udienza è stata aggiornata al 20 marzo

di Gabriella Passariello

di Gabriella Passariello

La conferma delle condanne di primo grado è stata invocata dal sostituto procuratore generale per 12 imputati, coinvolti  nell’operazione “Itaca Free Boat”, diretta contro presunti affiliati alla cosca Gallace-Gallelli operante tra Badolato e Guardavalle, nel Catanzarese, accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, estorsioni, traffico di stupefacenti e armi. Il pg ha chiesto di lasciare invariata la sentenza emessa dai giudici del Tribunale di Catanzaro l’11 ottobre 2017 e in particolare ha invocato per Alfredo Beniamino Ammiragli, 7 anni di reclusione; Antonino Belnome, 2 anni e 4 mesi di carcere; Giuseppe Compagnone 4 anni; Vincenzo Gallace, 20 anni di carcere; Andrea Gallelli, 2 anni e 6 mesi; Maurizio Gallelli, 16 anni di reclusione; Vincenzo Gallelli, 15 anni di carcere; Gianfranco Pietro Gregorace, 8 anni di carcere; Nicola Arena Romeo, nove mesi); Antonio Saraco 10 anni; Domenico Tedesco, 6 anni; Vittorio Tucci, 4 anni.  Nel mirino i presunti illeciti nella gestione del porto di Badolato sul quale aveva lavorato la ditta Salteg dei soci Mario Grossi e Carlo Stabellini, portando avanti una trattativa seria con la ditta di Pietro Ranieri, esponente di una famiglia di armatori di Soverato, per la gestione del porto. Una trattativa poi sfumata per le presunte ingerenze anche di Antonio Saraco e Antonio Ranieri, che avrebbero fatto presente a Grossi i “rischi” che correva se avesse affidato la gestione a Pietro Ranieri piuttosto che a suo fratello Antonio. Pietro Gregorace, direttore dei lavori e socio Salteg, avrebbe minacciato implicitamente Mario Grossi adducendo che qualora la gestione del porto fosse stata affidata a Pietro Ranieri sarebbe scoppiata una guerra di mafia a Badolato anche con l’attuazione di azioni di danneggiamento.  La Corte di appello ha aggiornato l’udienza al prossimo 20 marzo per la prosecuzione delle arringhe difensive dei legali Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Natale Ferraiuolo e Francesco Gambardella.

Redazione Calabria 7

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