Processo Jonny, 12 condanne in appello contro il clan Arena. Pena ridotta per don Scordio (NOMI)

Un non doversi procedere per intervenuta prescrizione e sette le condanne ribaltate in assoluzioni sentenziate dalla Corte di appello di Catanzaro
don Edoardo Scordio parroco isola capo rizzuto

di Gabriella Passariello- Dopo circa tre ore di Camera di consiglio la Corte di appello di Catanzaro, presieduta da Fabrizio Cosentino, a latere Adriana Pezzo e Carlo Fontanazza, ha rideterminato nove condanne, confermandone tre e ha ribaltando il verdetto di primo grado sentenziando sette assoluzioni e  una prescrizione, per i 20 imputati, giudicati con rito ordinario nell’ambito del processo Jonny, scaturito dall’inchiesta della Dda, che nel 2017 ha inferto un duro colpo al clan Arena di Isola Capo Rizzuto. Un blitz che ha portato a 68 arresti e a 16 indagati, tra capi e gregari della famiglia di ‘ndrangheta che per più di un decennio, secondo la pubblica accusa, avrebbe messo le mani sul “Cara”, centro di accoglienza immigrati, riuscendo ad accaparrarsi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione. I giudici della Corte di appello hanno ridotto la pena emessa dal Tribunale di Crotone il 24 giugno 2020 nei confronti di don Scordio, il sacerdote accusato di aver gestito, a proprio uso e consumo, un flusso di denaro destinato all’accoglienza degli immigrati. Ma l’aspetto se vogliamo ancor più sconcertante è che don Scordio fino al giorno del suo arresto avvenuto nel 2017 era considerato un prete antimafia. Il pm della distrettuale Domenico Guarascio, nelle vesti di sostituto procuratore generale, aveva chiesto ai giudici, al termine della requisitoria, di lasciare inalterato il verdetto di primo grado

Tutte le condanne rideterminate

Tutte le condanne rideterminate

La Corte ha rideterminato la pena nei confronti di Salvatore Colacchio, 7 anni e 2.100 euro di  multa, (il pg 10 anni, 6 mesi e 3mila euro di multa); Aurora Cozza, 2 anni 2 mesi e 3.100 euro di multa, (il pg 5 anni e 7 mila euro di multa); Ercolino Raso, 2 anni e due mesi di reclusione (il pg 7 anni); Pasquale Gualtieri, 3 anni, un mese e 350 euro di multa (il pg 4 anni, un mese e 450 euro di multa); Luigi Ventura, 1 anno di reclusione (il pg un anno e sei mesi); Pasquale Poerio, 3 anni e 8 mesi di reclusione (il pg 5 anni e 8 mesi); Antonio Manfredi, 11 anni e un mese di reclusione (il pg aveva invocato 16 anni);Edoardo Scordio, 8 anni e 8 mesi di reclusione(pg 14 anni e sei mesi);Maria Lanatà, 2anni, 4 mesi e 3.600 euro di multa (il pg in aula aveva invocato 6 anni, 6 mesi e 8.500 di multa).

Le condanne confermate

I giudici di secondo grado hanno confermato la sentenza di primo grado come richiesto dal sostituto procuratore generale nei confronti di Vincenzo Godano, 1 anno, 6 mesi di reclusione e 350 euro di multa; Fabrizio Arena, 7 anni e millecinquecento euro di multa e Nicola Maiorino, 3 anni, 4 mesi e 500 euro di multa.

Le condanne ribaltate in assoluzioni

Assolti Pasquale Attianese, (il pg aveva invocato 1 anno, 11 mesi di reclusione e 300 di multa); Francesco Cantore, (il pg aveva chiesto in aula 10 anni di reclusione); Luigi Gareri, (il pg aveva chiesto 9 anni);Tommaso Mercurio, (il pg aveva invocato 2 anni di reclusione);Domenico Poerio, (il magistrato aveva chiesto 12 anni);Antonio Saporito, (il pg 6 anni e 8 mesi di reclusione e Giuseppe Tibaldi, (il pg aveva chiesto 4 anni di reclusione).

Reati prescritti

La Corte di appello di Catanzaro ha sentenziato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Salvatore Pizzimenti, (il pg in aula aveva invocato un anno e sei mesi). Il 9 giugno scorso è arrivata la sentenza di appello per i 66 imputati giudicati con rito abbreviato coinvolti sempre nella stessa inchiesta, un verdetto che quel giorno ha portato a 62 condanne e a 4 assoluzioni, confermando le ipotesi accusatorie (LEGGI QUI).

La decisione sulle parti civili

I giudici di secondo grado hanno condannato don Eduardo Scordio al pagamento delle spese sostenute dalla parte di civile Federazione interregionale delle Misericordie di Calabria e Basilicata, che liquida in 1.800 euro, oltre al rimborso forfettario spese generali e accessori di legge e dalla Confederazione nazionale delle Misericordie di Italia, che liquida in 1.800 euro. La Corte di appello ha inoltre condannato  Colacchio Manfredi e Scordio al pagamento delle spese sostenute dalle parti civili, rappresentate dal Comune di Isola Capo Rizzuto, Libera, Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie Aps. E ancora Cozza, Lanatà, Poerio e Scordio al pagamento  delle spese sostenute da Asgi, (Associazione  studi giuridici sull’immigrazione). La Corte ha disposto l’immediata scarcerazione di Luigi Gareri e Domenico Poerio.

La longa manus della cosca nel capoluogo

La cosca Arena, secondo le risultanze investigative, aveva imposto la propria presenza anche sull’area jonica della provincia di Catanzaro dove o attraverso i suoi affiliati o per mezzo di fiduciari o con il sostegno di cosche alleate, avrebbe monopolizzato il business delle estorsioni ai danni di esercizi commerciali e imprese anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche. Tra il 2015 ed il 2016 infatti, in particolare a Catanzaro e nei comuni di Borgia e Vallefiorita, una cellula della cosca, dipendente dalla cosca madre di Isola Capo Rizzuto ma radicata nel capoluogo, avrebbe messo a segno una serie infinita di danneggiamenti a fini estorsivi per esercitare il controllo sull’area.

Il collegio difensivo

Impegnati nel processo, tra gli altri, gli avvocati Gregorio Viscomi, Mario Nigro, Silvano Cavarretta, Graziella Maietta, Romano Lotti e Pasquale Le Pera.

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