Processo ‘Miramare’ a Reggio, Marcianò conferma: “Nessuna firma sulla delibera”

E’ terminato stasera il controesame dell’ex assessore alla legalità Angela Marcianò nel processo che si celebra con rito ordinario e che vede imputati il sindaco Giuseppe Falcomatà, il segretario generale Giovanna Acquaviva, l’allora dirigente Maria Luisa Ada Spanò, attuali ed ex assessori comunali, nonché il presidente dell’associazione onlus “Il Sottoscala”, Paolo Zagarella.

Per tutti l’ipotesi accusatoria sostenuta dalla Procura è di abuso d’ufficio e falsità materiale e ideologica commesse da pubblico ufficiale in atti pubblici, relativamente alla delibera con cui nel 2015 fu ammessa la proposta della onlus per l’utilizzo del piano terra del palazzo “Miramare”, albergo di proprietà del Comune, immobile che sempre secondo l’accusa era già stato di fatto affidato a Zagarella con la consegna delle chiavi. In particolare secondo l’accusa il sindaco Falcomatà, difeso dagli avvocati Marco Panella ed Ezio Laganà, avrebbe omesso di astenersi in presenza di un interesse proprio, ed anzi attraverso la delibera avrebbe agevolato un soggetto a lui legato da un rapporto di pluriennale amicizia e avrebbe ricambiato l’analogo favore ricevuto dallo stesso Zagarella che in occasione delle precedenti elezioni amministrative gli aveva concesso in uso gratuito un proprio immobile da destinare a sede della segreteria politica. L’ex assessore alla legalità, Angela Marcianò, che aveva scelto di essere giudicata col rito abbreviata, è stata condannata dal gup a un anno di reclusione, pena sospesa. Marcianò, alla quale il sindaco ritirò la delega nell’estate 2017, sostiene di non avere mai votato quella delibera.

Per tutti l’ipotesi accusatoria sostenuta dalla Procura è di abuso d’ufficio e falsità materiale e ideologica commesse da pubblico ufficiale in atti pubblici, relativamente alla delibera con cui nel 2015 fu ammessa la proposta della onlus per l’utilizzo del piano terra del palazzo “Miramare”, albergo di proprietà del Comune, immobile che sempre secondo l’accusa era già stato di fatto affidato a Zagarella con la consegna delle chiavi. In particolare secondo l’accusa il sindaco Falcomatà, difeso dagli avvocati Marco Panella ed Ezio Laganà, avrebbe omesso di astenersi in presenza di un interesse proprio, ed anzi attraverso la delibera avrebbe agevolato un soggetto a lui legato da un rapporto di pluriennale amicizia e avrebbe ricambiato l’analogo favore ricevuto dallo stesso Zagarella che in occasione delle precedenti elezioni amministrative gli aveva concesso in uso gratuito un proprio immobile da destinare a sede della segreteria politica. L’ex assessore alla legalità, Angela Marcianò, che aveva scelto di essere giudicata col rito abbreviata, è stata condannata dal gup a un anno di reclusione, pena sospesa. Marcianò, alla quale il sindaco ritirò la delega nell’estate 2017, sostiene di non avere mai votato quella delibera.

In aula rispondendo alle domande degli avvocati difensori la Marcianò ha ribadito quanto aveva affermato durante l’esame del pm e cioè che era stata presente alla riunione di giunta del 16 luglio ma solo fino alle ore 18, ora in cui si sarebbe allontanata dalla giunta avendo espresso dissenso in merito alla proposta di delibera sul Miramare. Molte le domande dei difensori per comprendere a cosa si riferisse esattamente la Marcianò quando nei giorni successivi nei messaggi e nelle email trasmesse tramite pec al segretario generale scriveva “delibera”. L’ex assessore ha chiarito più volte che intendeva “proposta di delibera”. La tesi della difesa del primo cittadino invece è che la delibera fosse stata approvata alla riunione di giunta del 16 luglio. Al termine del controesame il Tribunale ha fissato la prossima udienza al 19 marzo, accogliendo la richiesta delle difese di non fissare udienze nel mese di maggio, che con tutta probabilità vedrà il sindaco impegnato nella campagna elettorale per la riconferma alla guida della città. Quasi certa anche la data del voto per le comunali, il 31 maggio.

Redazione Calabria 7

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