Processo Parco Romani, tutti assolti. C’è anche l’ex sindaco Olivo

Crollano le accuse di truffa, corruzione, falso, alterazione del sistema informatico, a vario titolo contestate agli imputati

Assolti perché il fatto non sussiste. Il tribunale collegiale di Catanzaro, presidente Carmela Tedesco, ha scagionato l’ex sindaco Rosario Olivo, l’ex presidente della commissione urbanistica dell’Ente Giulio Elia, e Biagio Cantisani, ex dirigente del Comune e già presidente dell’Ordine degli architetti, coinvolti nell’inchiesta su presunti illeciti connessi al Parco commerciale “Romani”, che sorge nel quartiere Sala, a Catanzaro, e alla realizzazione al suo interno dell’Ente Fiera comunale, che l’Amministrazione aveva inizialmente deciso di collocare in un’area appositamente individuata nel quartiere Germaneto. Crollano le accuse di truffa, corruzione, falso e alterazione del sistema informatico, a vario titolo contestate agli imputati. Erano già diventate definitive le assoluzioni degli imprenditori Giuseppe Speziali e Giuseppe Gatto, rispettivamente ex presidente di Confindustria Calabria ed ex presidente di Confindustria Catanzaro, di Giuseppe Grillo, ex presidente della società municipalizzata Catanzaro Servizi, di Alba Felicetti, ex dirigente del Comune, di Pasquale Costantino, dirigente del Comune, di Francesco Lacava, ex consigliere comunale e presidente del consiglio d’amministrazione della società Parco Romani e Marina Pecoraro.

L’indagine si è focalizzata sul Parco commerciale e sulla possibile realizzazione al suo interno dell’Ente fiera comunale, che sarebbe stata decisa con un tavolo di concertazione variando l’iniziale decisione dell’amministrazione di ubicarlo nell’area appositamente individuata a Germaneto, voluta dall’amministrazione di centrosinistra  tramite la municipalizzata “Catanzaro servizi”, attraverso la quale il Comune di Catanzaro ha acquistato una parte del Parco.

L’indagine si è focalizzata sul Parco commerciale e sulla possibile realizzazione al suo interno dell’Ente fiera comunale, che sarebbe stata decisa con un tavolo di concertazione variando l’iniziale decisione dell’amministrazione di ubicarlo nell’area appositamente individuata a Germaneto, voluta dall’amministrazione di centrosinistra  tramite la municipalizzata “Catanzaro servizi”, attraverso la quale il Comune di Catanzaro ha acquistato una parte del Parco.

Le originarie ipotesi di accusa poi crollate

Secondo l’originario castello accusatorio Giulio Elia avrebbe indotto Gaetano Romani ad “alienare a sé e ai suoi prossimi congiunti cespiti immobiliari ubicati all’interno dell’erigendo centro commerciale a un prezzo inferiore a quello di mercato”, ottenendo un vantaggio patrimoniale di 150mila euro. L’ex sindaco di centrosinistra Rosario Olivo, il 16 maggio del 2011, in qualità di sindaco “ancora per poche ore” avrebbe firmato una nota con la quale “illecitamente autorizzava l’acquisto da parte della Catanzaro Servizi di unità immobiliari nel Parco Romani”. Cantisani avrebbe firmato la determina con cui veniva dato incarico di consulenza a Grillo per i lavori rientranti nel Pisu. Successivamente, però Cantisani avrebbe ritirato la delibera adducendo di dover operare ulteriori verifiche e come se non bastasse, venuto a conoscenza del procedimento penale, l’avrebbe materialmente distrutta.

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