Processo Stige alla cosca Marincola Farao, 27 condanne e 26 assoluzioni in appello (NOMI)

Ecco il verdetto per ex amministratori, sodali ed affiliati alla cosca di ‘ndrangheta di Cirò coinvolti nella max inchiesta della Dda

Ventuno sconti di pena, 6 condanne confermate e 26 assoluzioni per i 53 imputati, tra ex amministratori, sodali ed affiliati alla cosca di ‘ndrangheta Farao-Marincola, di Cirò, una delle più potenti in Calabria, attiva soprattutto nelle estorsioni e nel traffico di droga e che vanta ramificazioni anche in Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia, coinvolti nel maxi blitz antimafia, nome in codice “Stige”, condotto dagli 007 del Ros e dai militari del Comando provinciale dei carabinieri di Crotone sotto il coordinamento della Dda di Catanzaro che portò nel 2018 all’arresto di 169 persone e al sequestro di oltre 50 milioni di euro. La Corte di appello di Catanzaro, presidente Antonio Giglio, a latere Carlo Fontanazza e Maria Rosaria di Girolamo, (cancelliere di udienza Giuseppe Femia) ha assolto  l’ex sindaco di Cirò Marina ed ex presidente della Provincia di Crotone Nicodemo Parrilla, l’ex sindaco di Strongoli Michele Laurenzano, mentre ha condannato l’ex assessore ai Lavori pubblici di Cirò marina Giuseppe Berardi a 13 anni di reclusione. Condannato Giuseppe Farao, boss ergastolano, capo storico di un’organizzazione criminale che comandava su mezza Calabria e aveva proiezioni al Nord Italia e all’estero, specie in Germania a ben 24 anni di reclusione.

Le pesanti ipotesi di accusa

Le pesanti ipotesi di accusa

Le accuse vanno a vario titolo dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, al concorso esterno,  all’estorsione, all’autoriciclaggio, al porto e alla detenzione illegale di armi e munizioni. E ancora intestazione fittizia di beni, procurata inosservanza di pena e illecita concorrenza con minaccia aggravata dal metodo mafioso. Per un altro filone dello stessa inchiesta che vedeva 80 imputati, giudicati con rito abbreviato, la Corte di appello del capoluogo di regione, ha sentenziato il 24 settembre dello scorso anno  cinquantotto condanne, venti assoluzioni e due non luogo a procedere per un totale di oltre 4 secoli di reclusione (LEGGI).

Le condanne sentenziate e le richieste del magistrato

 Fabrizio Anania, di Cirò Marina, 3 anni, 6 mesi e 510mila euro di multa  (il pg 13 anni); Tommaso Arena, residente a Cirò Marina, (il pg 4 anni); Martino Aulisi, di Battipaglia, 3 anni di reclusione (il pg 7 anni di reclusione);  Giuseppe  Berardi, di Cirò Marina, 13 anni di reclusione (il pg 15 anni e 6 mesi);  Carlo Bombardieri, residente a Cirò Marina, 2 anni di reclusione (il pg 4 anni); Francesco Bonesse, di Melissa, 3 anni di reclusione e 5mila euro di multa (il pg 13 anni);  Mario Campiso, di Cariati, 12 anni e 4 mesi (il pg 13 anni e 6 mesi);  Dino Carluccio, di Cirò Marina, 3 anni (il pg 5 anni e 6 mesi);  Assunta Cerminara, di Umbriatico, 8 anni e 8 mesi di reclusione (il pg 13 anni); Luigino Comberiati, di Petilia Policastro, 13 anni (il pg 15 anni e 3 mesi); Giuseppe Farao, (38enne), di Cariati, 13 anni di reclusione (il pg 13 anni e 6 mesi); Giuseppe Farao, (75enne), di Cirò, 24 anni (il pg 30 anni di reclusione);  Pasquale Malena, residente a Cirò Marina, 7 anni di reclusione (il pg 12 anni e 9 mesi);  Francesco Morrone, di Cariati, 13 anni e 2 mesi (il pg 16 anni);  Alessandro Nigro, residente a Cirò Marina, 2 anni di reclusione (il pg 4 anni); Salvatore Nigro, di Cirò Marina, 2 anni (il pg 13 anni); Elton Nikolla, residente a Cirò Marina, 2 anni (il pg 4 anni); Salvatore Papaianni, di Cirò Marina, 14 anni e 6 mesi (il pg 20 anni e 9 mesi);  Antonio Spadafora, di Crotone, 12 anni e sei mesi (il pg 14 anni e 6 mesi); Luigi Spadafora, di San Giovanni in Fiore, 13 anni di reclusione (il pg 15 anni e 4 mesi); Pasquale Spadafora, di Crotone, 15 anni e 4 mesi (il pg 20 anni e 8 mesi); Rosario Spadafora, di San Giovanni in Fiore, 12 anni e 10 mesi (il pg 14 anni e 4 mesi);  

 Conferma

La Corte di appello ha confermato la sentenza di primo grado nei confronti di Vincenzo Barbieri, residente in Germania, a 14 anni di reclusione; Vincenzo Farao, residente a Cirò, a 14 anni; Luigi Salvato, di Crucoli, a 5 anni; Piero Vasamì, Germania, a 12 anni e 7 mesi, Vincenzo Giglio, di Crotone, a 14 anni e 3 mesi e Giuseppe Gallo, di Aprigliano, (il pg 12 anni e 6 mesi); 

Le assoluzioni e le richieste del pm

I giudici di secondo grado ha assolto Natale Aiello, di Botricello (il pg 12 anni di reclusione)  difeso dagli avvocati Pietro Pitari e Francesco Siracusani; Caterina Aloisio, di Crotone(il pg 4 anni di reclusione); Valentino Anania, di Cirò Marina (il pg 12 anni); Tommaso Arena, residente a Cirò Marina (il pg 4 anni); Antonio Giorgio Bevilacqua, di San Giorgio a Cremano (difeso dagli avvocati Vincenzo Cicino e Antonio Anania) (il pg aveva chiesto 13 anni e 6 mesi); Vittorio Bombardiere, di Cirò Marina,(il pg 13 anni); Giuseppe Bruno, residente in Germania, (il pg 12 anni e 3 mesi); Francesco Capalbo, di Strongoli, (il pg 11 anni e 3 mesi); Gabriele Cerchiara, residente a Torretta di Crucoli, (il pg 4 anni); Emanuele Chiriaco, di Crotone, (il pg 4 anni); Giuseppe Clarà, di Crotone, difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Giovanni Scordamaglia (il pg 12 anni); Aniello Esposito, di Napoli, (il pg 12 anni e 6 mesi); Silvio Farao, di Cirò,(il pg 30 anni); Paolo Fazi, di Pietra Marazzi, (il pg 4 anni di reclusione);  Andrea Grillini, di Bologna, (il pg 4 anni di reclusione); Michele Laurenzaro, residente a Strongoli, (il pg 8 anni), difeso dai legali Vincenzo Ioppoli, Pino Pitari, Vittorio Ranieri e Giovanni Canino; Cataldo Malena, di Strongoli (il pg 11 anni e 3 mesi); Paolo Maletta, di Colosimi, (il pg 3 anni); Enrico Miglio, di Strongoli, (il pg 18 anni); Ivano Murano, di Cariati, (il pg 4 anni); Nicodemo Parrilla, di Cirò Marina, (il pg 13 anni); Giorgio Salvatore Pucci, di Cirò Marina, (il pg 4 anni); Gaetano Russo, di Crotone, (il pg 7 anni); Massimo Scarriglia, di Crotone, (il pg 9 anni e 8 mesi); Giuseppe Tridico, residente a Montalcino, (il pg 12 anni di reclusione) e Valentino Zito, di Cirò Marina, (il pg 12 anni di reclusione).

Le parti civili costituite

Quindici le parti civili costituite al processo tra Comuni, sindacati e associazioni. Si tratta del Comune di Cirò Marina, rappresentato dall’avvocato Biagio Di Vece del foro di Reggio Calabria; Comune di Cutro, difeso dall’avvocato Romilo Villirillo, del foro di Crotone; Comune di Strongoli assistito dal legale Raffaele Marciano del foro di Nola ; Comune di Cariati, rappresentato dall’avvocato Raffaele Bruno del foro di Catanzaro; Comune di Mandatoriccio, rappresentato dal legale Nicola Candiano del foro di Castrovillari; Comune di Scigliano, rappresentato dall’avvocato Ennio Pantuso del foro di Cosenza; Comune di Colosimi, assistito dall’avvocato Antonio Valerio Ferraiolo del foro di Vibo; Comune di Pietrapaola, rappresentato dall’avvocato Francesco Calabrò del foro di Cosenza; Comune di San Giovanni in Fiore, difeso dall’avvocato Filomena Befaro, del foro di Cosenza; Antonio Gallo, difeso dall’avvocato Piero Mancuso del foro di Catanzaro; Legambiente Calabria Onlus, in persona del rappresentante legale difeso dal legale Anna Parretta del foro di Catanzaro; Cgil Emilia Romagna, in persona del legale rappresentante difeso dal legale Libero Mancuso del foro di Bologna; Cgil Calabria, in persona del rappresentante legale difeso dall’avvocato Maria Irene Rotella del foro di Catanzaro; Cgil nazionale in persona del suo rappresentante legale rappresentato dall’avvocato Massimo Di Celmo del foro di Napoli e Poste Italiane spa in persona del legale rappresentate assistito dall’avvocato Giulia Bongiorno del foro Vibo.

Le infiltrazioni nel tessuto economico

L’attività investigativa avrebbe consentito di documentare, l’operatività, gli assetti gerarchici interni e le attività criminali della locale di ‘ndrangheta, secondo gli inquirenti “in posizione di sovra-ordinazione” rispetto ad altre realtà criminali, “seppure territorialmente contigue o con esso interferenti”. La cosca, in sostanza, si sarebbe infiltrata nel tessuto economico e sociale dell’area cirotana attraverso “un radicale controllo mafioso” degli apparati imprenditoriali della produzione e commercio di pane, della vendita del pescato, del vino e dei prodotti alimentari tipici, nonché nel settore della raccolta e riciclo sia di materie plastiche sia di Rsu. Un’indagine che avrebbe delineato il quadro complessivo degli interessi illeciti gestiti dal clan in ambito nazionale e estero, verificando anche la disponibilità di ingenti risorse finanziarie, che sarebbero state reimpiegate in numerose iniziative imprenditoriali e commerciali nel Nord-Italia e in Germania.

L’assetto del sodalizio sarebbe stato l’espressione delle direttive impartite da Giuseppe Farao “orientato a privilegiare lo sviluppo imprenditoriale della cosca, affidato ai propri figli e nipoti e sviluppato attraverso il reperimento di nuovi e sempre più remunerativi canali di investimento economico, limitando al massimo il ricorso ad azioni violente ed evitando gli scontri interni ritenuti pregiudizievoli per la conduzione degli affari”. Il controllo mafioso del territorio sarebbe stato invece demandato ad una serie di “reggenti”, fedelissimi del capo cosca.

Il collegio difensivo

Impegnati nel processo un nutrito pool difensivo, composto tra gli altri dagli avvocati Vincenzo Cicino; Nicola Cantafora; Pietro Pitari; Gregorio Viscomi; Giuseppe Di Renzo; Giovanni Scordamaglia, Antonio Anania; Luigi Scaramuzzino; Sergio Rotundo; Pasqualino Capalbo; Valerio Murgano: Antonello Talerico; Gianni Russano; Lucia Miranda; Pierluigi Spadafora; Mario Bombardiere; Antonietta Denicolò Gigliotti; Marcello Bombardiere; Gerardo Giuseppe Perillo, Mariano Salerno e Vittorio Ranieri.

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