Progetto “Amare Eu” Catanzaro, conclusi i 3 giorni di formazione

Con tre giornate di formazione sul campo il progetto “Amare Eu”, finalizzato a promuovere nuovi protocolli per l’approccio multiculturale alla resilienza urbana, è entrato nella sua fase operativa.

“È un ulteriore segnale di attenzione che l’amministrazione comunale rivolge al mondo del volontariato che opera nel capoluogo e delle minoranze che nella nostra città vivono”, ha affermato il capo di Gabinetto del Comune, Antonio Viapiana, durante la conferenza di bilancio dell’iter formativo tenutosi nei locali del Gruppo comunale di volontariato di Protezione civile, nel quartiere Lido.

“È un ulteriore segnale di attenzione che l’amministrazione comunale rivolge al mondo del volontariato che opera nel capoluogo e delle minoranze che nella nostra città vivono”, ha affermato il capo di Gabinetto del Comune, Antonio Viapiana, durante la conferenza di bilancio dell’iter formativo tenutosi nei locali del Gruppo comunale di volontariato di Protezione civile, nel quartiere Lido.

Catanzaro è infatti uno dei quattro municipi pilota (l’unico in Italia, gli altri sono l’olandese Rotterdam, la macedone Skopje e la greca Eraklion oltre alla capofila danese Velje) del programma lanciato dall’Unione Europa con l’obiettivo di realizzare e diffondere, fra le minoranze native e non, buone pratiche che permettano di superare le emergenze causate dalle calamità naturali.

Nel capoluogo calabrese sono stati coinvolti 35 giovani “selezionati fra gli immigrati dei centri Sprar della provincia e della comunità Rom catanzarese”, ha sottolineato l’altro responsabile del progetto per conto del Comune, Antonio De Marco, “che sono stati formati in queste tre giornate dai volontari del Gruppo comunale di Protezione civile e dagli altri partner istituzionali di “Amare Eu”.

Grazie alla collaborazione della Protezione civile comunale, del Centro servizi al volontariato (Csv), della fondazione “Città solidale” e degli esperti di una della onlus che segue il progetto in Italia per la Commissione europea, la “Laimomo” di Bologna, il manuale di Protezione civile redatto dal Comune e dalla sua costola di Protezione civile, verrà tradotto e stampato in inglese, francese e arabo per essere diffuso nelle comunità straniere e Rom della città. “In questo modo i giovani partecipanti diventeranno veicoli e mediatori di un fondamentale strumento di prevenzione”, ha ribadito De Marco.

Portando i saluti del sindaco, Sergio Abramo, e del presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni (che ha rappresentato Catanzaro a una delle conferenze iniziali di “Amare Eu”, tenutasi a fine giugno a Bonn, in Germania), Viapiana si è concentrato sul target di fondo del progetto: “Ridurre l’improvvisazione e aumentare la specializzazione in presenza di calamità naturali tenendo conto di due elementi principali, l’integrazione delle minoranze che hanno culture diverse, e la risposta ai cambiamenti climatici, questi ultimi portatori, in zone come la nostra, di quelle “bombe d’acqua” che acuiscono le problematiche legate al rischio di dissesto idrogeologico. L’amministrazione vuole essere pronta ad accettare sfide del genere”.

La positività della sinergia fra enti e associazioni coinvolte è stata evidenziata dal presidente del Csv, Luigi Cuomo, e dalla responsabile per la fondazione “Città solidale”, Manuela Marchio, mentre il direttore del volontariato della Protezione civile regionale, Domenico Costarella, ha annunciato come il modello attuato a Catanzaro possa essere esteso agli altri Comuni calabresi, «in una terra che ha fatto dell’accoglienza un valore, la prevenzione, anche nel suo approccio multiculturale, non ha frontiere”, ha detto. Per Sara Saleri di “Laimomo”, “Amare Eu” serve a dare linee guida, esempi e strumenti pratici per la valorizzazione delle differenze nelle città resilienti, non solo nei centri pilota del progetto”.

Rossella Palermo, fra i referenti del Gruppo comunale di volontariato di Protezione civile, “queste tre giornate nelle quali abbiamo formato giovani delle minoranze sono state formative anche per noi volontari e sono state utilissime per migliorare la nostra capacità di intervento, pure all’interno di queste comunità, in caso ripresentino eventi straordinari, come il terremoto di qualche settimana fa, o altre calamità naturali”.

(redazione calabria7)

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