È certamente solo una parte del bacino del precariato storico che, in Calabria, comprende migliaia di lavoratori costantemente appesi a promesse e impegni non sempre mantenuti sul loro futuro occupazionale. È però pur sempre un primo passo la proposta di legge depositata in consiglio regionale nelle scorse ore da Michele Comito, Giovanni Arruzzolo e Salvatore Cirillo (di Forza Italia i primi due e di Coraggio Italia il terzo). Si tratta di una modifica alla legge regionale 29/2019 che disciplina, appunto, la storicizzazione delle risorse del precariato storico.
Il contributo fisso della Regione
Il contributo fisso della Regione
Nel testo depositato agli atti di Palazzo Campanella si legge che si punta a garantire ai lavoratori della legge 15/2008 un trattamento economico uguale a quello degli appartenenti agli altri bacini del precariato, nonché a riconoscere ai lavoratori contrattualizzati da più di 24 mesi con Azienda Calabria Lavoro, con contratti di lavoro a tempo determinato, del diritto alla trasformazione del loro contratto a tempo indeterminato. L’articolo 1 riporta che con l’assunzione a tempo indeterminato la Regione erogherebbe un contributo fisso di 11.157 euro annui per ogni lavoratore precario fino al collocamento in quiescienza. Allo stesso modo la proposta di legge prevede di autorizzare Azienda Calabria Lavoro a procedere alla stabilizzazione dei lavoratori, attualmente contrattualizzati a tempo determinato, riconoscendo un contributo fisso annuo dell’importo di 13.138 euro per ciascuno fino alla pensione.
Quasi 700 precari
Il bacino interessato alla proposta è in totale di 696 lavoratori, di cui 70 in servizio a Calabria Lavoro, 52 presso altri enti e 574 in forze a Comuni e Province calabresi. Se la modifica alla legge verrà approvata, com’è facile prevedere visto che è sottoscritta da tre esponenti di maggioranza, lo stanziamento già individuato su due distinti capitoli di bilancio è in totale di 7,9 milioni di euro. La proposta prevede inoltre l’entrata in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Burc superando l’ordinaria vacatio legis di 15 giorni. Però, almeno per ora, denunciano di essere stati “lasciati nel limbo” i circa 200 precari della legge 12.
s. pel.