di Bruno Mirante – Tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio comunale di Catanzaro che si riunirà in prima convocazione il 5 maggio e in seconda il 7, spicca l’approvazione del bilancio di previsione 2021-2023. Ma non solo. I consiglieri comunali saranno chiamati a esprimersi sulla ricognizione della società partecipate prodotta dagli uffici di Palazzo De Nobili in risposta al sollecito della sezione di controllo della Corte dei Conti notificato lo scorso 25 marzo (a diversi comuni calabresi), inerente proprio la trasmissione del provvedimento di ricognizione dell’assetto della partecipazioni societarie detenuto al 31 dicembre 2019. L’atto avrebbe dovuto essere adottato entro il 31 dicembre 2020 ma a fronte del mancato adempimento la magistratura contabile ha intimato al Comune la presentazione del provvedimento entro e non oltre il 30 di aprile.
Le partecipazioni dirette detenute dal Comune di Catanzaro sono Catanzaro Servizi S.p.A. partecipata al 100%; Azienda per la mobilità della Citta di Catanzaro (A.M.C. S.p.A.) partecipata al 100%; Consorzio Mercato Agroalimentare Calabria (Comalca scrl) partecipata al 19,66%; Società Aeroportuale Calabrese S.p.A. (Sa.Cal. S.p.A.) partecipata al 5,57% . Ed inoltre vi è la Fondazione Politeama di cui l’ente è socio fondatore. La relazione tecnica sullo stato di “salute” delle partecipate è stata prodotta dal dirigente del settore comunale al Patrimonio, Andrea Adelchi Ottaviano il 22 gennaio scorso e, su richiesta dell’assessore al ramo Ivan Cardamone, la pratica è stata discussa in Conferenza dei capigruppo al fine di conoscere l’orientamento dei consiglieri in merito alla volontà di mantenimento o dismissione degli organismi partecipati. Al termine di una lunga disamina, il settore Patrimonio, infatti, ha proposto la cessione a titolo oneroso delle quote detenute dall’ente, che interessi sia la Società Comalca scrl che la Sacal S.p.A. in quanto “le quote detenute dall’ente sono assolutamente di valore nominale minimo e ciò non consente di incidere sulla governance societaria, le rispettive partecipazioni non sono ritenute strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente ed inoltre non vi è alcun diretto vantaggio al mantenimento non offrendo le società alcun servizio che sia immediatamente fruibile dalla collettività stanziata sul territorio comunale”. Una questione, quella della dismissione delle quote in Comalca e Sacal che si ripropone dopo che lo scorso anno il consiglio comunale aveva approvato all’unanimità il mantenimento dell’esistente.
Le partecipazioni dirette detenute dal Comune di Catanzaro sono Catanzaro Servizi S.p.A. partecipata al 100%; Azienda per la mobilità della Citta di Catanzaro (A.M.C. S.p.A.) partecipata al 100%; Consorzio Mercato Agroalimentare Calabria (Comalca scrl) partecipata al 19,66%; Società Aeroportuale Calabrese S.p.A. (Sa.Cal. S.p.A.) partecipata al 5,57% . Ed inoltre vi è la Fondazione Politeama di cui l’ente è socio fondatore. La relazione tecnica sullo stato di “salute” delle partecipate è stata prodotta dal dirigente del settore comunale al Patrimonio, Andrea Adelchi Ottaviano il 22 gennaio scorso e, su richiesta dell’assessore al ramo Ivan Cardamone, la pratica è stata discussa in Conferenza dei capigruppo al fine di conoscere l’orientamento dei consiglieri in merito alla volontà di mantenimento o dismissione degli organismi partecipati. Al termine di una lunga disamina, il settore Patrimonio, infatti, ha proposto la cessione a titolo oneroso delle quote detenute dall’ente, che interessi sia la Società Comalca scrl che la Sacal S.p.A. in quanto “le quote detenute dall’ente sono assolutamente di valore nominale minimo e ciò non consente di incidere sulla governance societaria, le rispettive partecipazioni non sono ritenute strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente ed inoltre non vi è alcun diretto vantaggio al mantenimento non offrendo le società alcun servizio che sia immediatamente fruibile dalla collettività stanziata sul territorio comunale”. Una questione, quella della dismissione delle quote in Comalca e Sacal che si ripropone dopo che lo scorso anno il consiglio comunale aveva approvato all’unanimità il mantenimento dell’esistente.
La partecipazione in Comalca? “Un semplice sostegno finanziario”
Secondo Ottaviano per ciò che concerne il Comalca (la società svolge l’attività di gestione del mercato agro-alimentare all’ingrosso di interesse regionale) “la partecipazione minima al capitale sociale ad opera del Comune di Catanzaro assume, nei fatti, le caratteristiche di un semplice sostegno finanziario ad un’attività di impresa, che si realizza tramite la sottoscrizione di parte del capitale, non consentendo però, di per sé, di influire sulle decisioni strategiche della società e, tantomeno, sulle decisioni attinenti alle modalità di accesso ai servizi e di erogazione di questi, e quindi alla possibilità di indirizzarla verso finalità di interesse pubblico strettamente rilevanti per il Comune di Catanzaro, né tantomeno potrebbe mai decidere di sottoporre la Società ad azioni di razionalizzazione per contenimento dei costi, proprio per il ruolo assolutamente minoritario e minimo che gioca. Il dirigente conclude che “la partecipazione sia così poco significativa al punto da non legittimare il mantenimento della quota”.
“Catanzaro servizi” ok al mantenimento delle quote ma con prescrizioni
“La società Catanzaro Servizi Spa – si legge nella relazione tecnica – ha chiuso il bilancio 2019 con una perdita di 539.267 euro e sebbene questo Ufficio sia ben conscio dell’esistenza di un deliberato assembleare del 29 giugno 2010 con cui il Comune di Catanzaro ha manifestato l’intenzione di ripianare le perdite, non si può sottacere come tale operazione di intervento “assistenziale” richieda necessariamente, a supporto,
un piano/programma finalizzato a recuperare le condizioni di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale, con caratteristiche che consentono di poter ritenere che la perdita sia contingente, verificando che tale piano rispecchi determinate caratteristiche funzionali al recupero della redditività, ossia concretezza, realizzabilità tecnica, economica e finanziaria, breve/medio termine di attuazione, definendo, in modo chiaro, il tempo entro il quale è attesa la ripresa societaria”. E ancora: “Ad oggi – rileva Ottaviano – non appare esserci una tale progettualità strutturata secondo i canoni precedentemente menzionati, che consenta a questo Ufficio di poter acquisire quei dati fondamentali che supportino l’intervento risanatore su tale squilibrio economico, se a voler prefigurare, un’ottica di ‘salvataggio a tutti i costi’. A meno che l’affidamento dei nuovi servizi, unitamente alla sottoscrizione del nuovo contratto e del nuovo servizio
cimiteriale – voglia essere valutato dal Consiglio Comunale quale possibile input per dare avvio ad una ritrovata solidità aziendale”. La relazione conclude evidenziando la necessità di “una profonda riorganizzazione societaria e di una gestione più razionale”.
La conferenza dei Capigruppo
Il 12 aprile scorso la proposta di delibera arriva al vaglio della Conferenza dei capigruppo convocata dal presidente del consiglio Marco Polimeni su richiesta dell’assessore Cardamone. Ai lavori partecipa lo stesso Cardamone allo scopo di rendere edotti i consiglieri di quanto elaborato dal settore Patrimonio e nello specifico della proposta di cedere le quote di Comalca e Sacal. Al termine del dibattito, mentre i consiglieri di minoranza Sergio Costanzo, Antonio Corsi e Nunzio Belcaro scelgono di riservarsi di intervenire in aula, i capigruppo delegano il presidente Polimeni ad inviare una nota di riscontro al settore Patrimonio “precisando che nulla è cambiato in merito alle precedenti determinazioni assunte negli anni precedenti dal Consiglio comunale: ritenendo necessario il mantenimento delle quote di partecipazione nelle società”.
La proposta di delibera che arriverà in aula, dunque, terrà conto della volontà dei capigruppo di maggioranza di non dismettere le partecipazioni sia in Comalca che in Sacal.