Prosegue attività azienda fallita, arrestato imprenditore nel Catanzarese [NOME]

Il gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, su delega dell’ ufficio di Procura, sta dando esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare personale e patrimoniale emessa dal Gip.

L’attività svolta dalle fiamme gialle scaturisce da mirati accertamenti relativi al fallimento di una ditta individuale operante nel settore della fabbricazione di infissi in legno, che hanno portato alla luce la sussistenza di condotte rilevanti sia sotto l’aspetto fallimentare che dal punto di vista penale-tributario.

L’attività svolta dalle fiamme gialle scaturisce da mirati accertamenti relativi al fallimento di una ditta individuale operante nel settore della fabbricazione di infissi in legno, che hanno portato alla luce la sussistenza di condotte rilevanti sia sotto l’aspetto fallimentare che dal punto di vista penale-tributario.

Tra le altre cose, è stato, infatti, riscontrato che la ditta individuale oggetto d’indagini ha occultato/distratto “rimanenze di magazzino” per un totale di oltre 700 mila euro, ed integrato le condotte penalmente rilevanti di cui all’art. 216 r.D. 267/1942 (legge fallimentare), aggravato dall’art. 219 della medesima normativa, ed artt. 4 e 5 del d.Lgs. 74/2000.

Le investigazioni hanno inoltre dimostrato la continuazione dell’attività delittuosa della ditta individuale fallita per il tramite di una s.R.L. artatamente costituita per il tramite di un ex dipendente della ditta fallita, e fittiziamente legalmente rappresentata dalla madre dell’imprenditore fallito, amministratore di fatto della nuova società.

In tale contesto è stato altresì segnalato l’operato del curatore fallimentare, il quale ha stipulato con il fallito, amministratore di fatto della s.R.L., in nome e per conto della curatela due contratti simulati di locazione dell’intero complesso industriale della ditta fallita a un canone irrisorio, celando in realtà una cessione di azienda che ha permesso al fallito stesso di continuare ad utilizzare l’intero impianto industriale provento del reato di bancarotta fraudolenta.

Al termine delle investigazioni, la Procura ha chiesto ed ottenuto dal Gip alla sede un provvedimento cautelare personale e patrimoniale che prevede:

▪ gli arresti domiciliari nei confronti del locale imprenditore, Gianfranco Caporale, 50enne lametino;

▪ la sospensione temporanea dall’esercizio dell’attività di curatore fallimentare, custode giudiziario e delegato nei confronti del professionista, Aldo Larizza, 50enne di Reggio Calabria;

▪ il sequestro preventivo di tutte le attività di impresa riconducibili al fallito, alla di lui madre ed all’ex dipendente della ditta fallita;

▪ il sequestro preventivo delle quote della s.R.L.;

▪ il sequestro preventivo ai fini della confisca diretta o per equivalente dell’importo di euro 1.052.286, 25 nei confronti del fallito;

▪ il sequestro preventivo di tutti i beni costituenti l’azienda fallita e nella disponibilità della s.R.L.;

▪ il sequestro preventivo ai fini della confisca diretta o per equivalente dell’importo di euro 1.217.375,00 nei confronti del fallito, quale provento delle vendite in nero.

Il provvedimento, che è in corso d’esecuzione da parte dei finanzieri del gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, dimostra la continua azione di contrasto coordinata dalla Procura della Repubblica a tutela della sana imprenditoria e dell’economia legale.

Le indagini, dirette dal Proc. Salvatore Curcio e sost. Proc. Marta Agostini, sono state eseguite dal Nucleo Operativo diretto dal Comandante dal Cap. Matteo Boarelli

Redazione Calabria 7

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