Protesta dipendenti Sant’Anna Hospital di Catanzaro, Celia: “Serve un tavolo regionale”

Il capogruppo Dem in Consiglio comunale: "A muoversi devono essere tutte le parti politiche, al di là di colore e schieramento"
crotone catanzaro

“Basta chiacchiere e soprattutto basta promesse! Inutili e di conseguenza dannose. Perché sulla vicenda del Sant’Anna Hospital se ne sono sentite di ogni tipo, ma nella maggior parte dei casi autentiche sciocchezze. O meglio, false promesse e millanterie subite intollerabilmente da quanti, come hanno dichiarato gli stessi diretti interessati, sono in protesta per ben sette mensilità non ricevute. Non una o due, come quelle che invece qualcuno vorrebbe adesso dar loro per cercare di tamponare la situazione. Ma in maniera del tutto inaccettabile, continuando cioè a violare i diritti di queste persone davvero sfortunate e disperate che ho ascoltato nelle interviste realizzate dalla stampa locale, quasi commosso”. E’ quanto si legge in una nota stampa di Fabio Celia, capogruppo a Palazzo De Nobili e segretario del Partito Democratico di Catanzaro.

“Pensare che nel 2023 ci siano madri e padri di famiglia, con luce e gas staccati o comunque depotenziati e pignoramenti in atto dovuti alla mancanza di soldi, fa male al cuore. In particolare se si pensa che un’occupazione ce l’hanno e, quindi, non vogliono vivere di assistenzialismo. Ma, sebbene si rechino regolarmente sul posto di lavoro, qualcuno ha deciso di non pagarli. Un fatto assurdo. A prescindere da qualunque altra considerazione. Considerato come gli organismi preposti potrebbero pure chiudere la struttura se ritengono che non ci siano le risorse per mandarla avanti. Ivi compresi, in primis, i fondi per retribuire i dipendenti. Professionisti molto qualificati, che non possono prestare una sorta di volontariato. Ecco allora che, in base a quello che suggerirebbero logica e buonsenso, bisognerebbe fare in modo di favorire la corresponsione degli stipendi arretrati. A mio avviso, quindi, serve un tavolo regionale, convocato ad hoc per seguire e salvaguardare le sorti della struttura che, ricordo a me stesso, è ancora un centro cardiochirurgico d’eccellenza. A muoversi devono essere tutte le parti politiche, al di là di colore e schieramento. A cominciare dal vertice della Cittadella che, detenendo anche il commissariamento della Sanità calabrese, deve battere i pugni pure a Roma e pertanto a livello nazionale per salvare il S.Anna. Senza se e senza ma”.

“Pensare che nel 2023 ci siano madri e padri di famiglia, con luce e gas staccati o comunque depotenziati e pignoramenti in atto dovuti alla mancanza di soldi, fa male al cuore. In particolare se si pensa che un’occupazione ce l’hanno e, quindi, non vogliono vivere di assistenzialismo. Ma, sebbene si rechino regolarmente sul posto di lavoro, qualcuno ha deciso di non pagarli. Un fatto assurdo. A prescindere da qualunque altra considerazione. Considerato come gli organismi preposti potrebbero pure chiudere la struttura se ritengono che non ci siano le risorse per mandarla avanti. Ivi compresi, in primis, i fondi per retribuire i dipendenti. Professionisti molto qualificati, che non possono prestare una sorta di volontariato. Ecco allora che, in base a quello che suggerirebbero logica e buonsenso, bisognerebbe fare in modo di favorire la corresponsione degli stipendi arretrati. A mio avviso, quindi, serve un tavolo regionale, convocato ad hoc per seguire e salvaguardare le sorti della struttura che, ricordo a me stesso, è ancora un centro cardiochirurgico d’eccellenza. A muoversi devono essere tutte le parti politiche, al di là di colore e schieramento. A cominciare dal vertice della Cittadella che, detenendo anche il commissariamento della Sanità calabrese, deve battere i pugni pure a Roma e pertanto a livello nazionale per salvare il S.Anna. Senza se e senza ma”.

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