Proteste in Iran, Tassone: “La mobilitazione sta prendendo una nuova piega”

La verità, secondo Tassone, "è che anche chi è partecipe di questa protesta non sa effettivamente cosa dovrà aspettarsi per il futuro"
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“‘Il regime in Iran ha paura perché sa che non può più governare'”. Questo è il pensiero di Shahram Khosravi, un professore di Antropologia sociale all’Università di Stoccolma e autore di importanti studi sulle migrazioni e sulla società iraniana. Ma questo è ciò che si avverte a livello generalizzato, rispetto all’atteggiamento delle masse che si muovono all’interno dell’Iran, e non solo! Ebbene sì, uno degli aspetti più interessanti della protesta iraniana è il fatto che la mobilitazione sta prendendo una nuova piega; e questo spiazza il regime che ha difficoltà a comprendere i passaggi successivi della protesta”. Lo scrive in una nota Luana Tassone, consigliere regionale di Meritocrazia Italia Calabria.

Il coinvolgimento delle donne iraniane

Il coinvolgimento delle donne iraniane

La verità, secondo Tassone, “è che anche chi è partecipe di questa protesta non sa effettivamente cosa dovrà aspettarsi per il futuro, perché la cosa importante è la lotta all’attuale situazione politica e sociale! Ciò che è evidente, è il coinvolgimento delle donne iraniane, le quali stanno giocando un ruolo fondamentale nella lotta contro le discriminazioni sessiste e altre ingiustizie che limitano, se non annullano del tutto i diritti del genere femminile. Ma non sono solo le donne la novità di questa mobilitazione, sono anche i giovanissimi che mettono in gioco la propria vita perché l’alternativa sarebbe quella di una ‘non vita’!”.

Il “timore avvertito dal regime iraniano”

A giudizio di Tassone, “purtroppo, il governo iraniano sta rispondendo duramente alle proteste, con grande violenza e con tantissime vittime lasciate sul campo! Tale violenza di sicuro è la risposta al timore che il regime avverte perché chi governa, ha capito molto probabilmente che non riesce più ad essere rappresentativo! Si tratta di una rivoluzione culturale, sociale ma soprattutto umana! Ma è una battaglia che non può essere lasciata solo ed esclusivamente al popolo iraniano, la comunità internazionale, i poteri forti di tutti i Paesi dovrebbero intervenire con un proprio contributo per far sì che i diritti umani vengano rispettati ovunque, e che la libertà e la democrazia si sviluppino anche in luoghi dove fino ad ora non si sono mai rispettati”.

L’auspicio di Meritocrazia Italia Calabria

Meritocrazia Italia Calabria auspica dunque che “i Governi prestino una mano concreta anche solo a livello di apertura di un dialogo di ordine diplomatico, senza cadere nell’errore di portare ad una stretta militare, finanziaria dell’Iran che potrebbe avere solo conseguenze nefaste. L’aiuto da prestare dovrebbe essere quello di una politica di apertura al dialogo e portare il governo iraniano ad essere rispettato nelle proprie tradizioni ma soprattutto rispettoso dell’individui, della libertà e dell’autodeterminazione di ciascun componente del suo popolo”.

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