Non è certo la prima volta che Roberto Pisano incrocia le forze dell’ordine. In particolare, era nota la pericolosità sociale del temibile latitante di Gioia Tauro che, secondo gli investigatori, gestiva importanti partite di stupefacenti e gravitava intorno alla ‘ndrina Mazzaferro e in definitiva all’asse Piromalli-Molè “schermandosi” con una copertura che lo vedeva fare il cameriere in un’osteria elvetica di Bienne, in Canton Berna. E più volte era stato arrestato nel nostro Paese, fin da giovanissimo e ben prima, comunque, del mandato di cattura europeo risultatogli fatale.
L’arresto più “pesante”, quello che gli valse in sèguito un’importante condanna, fu effettuato il 22 ottobre del 2007: Pisano all’epoca aveva solo 28 anni, ma era già considerato un pericoloso pluripregiudicato ed «elemento d’altissima pericolosità sociale». E anche in quel caso, fu catturato mentre s’era dato alla macchia dopo che il questore reggino aveva disposto il regime di sorveglianza speciale nei suoi confronti.
L’arresto più “pesante”, quello che gli valse in sèguito un’importante condanna, fu effettuato il 22 ottobre del 2007: Pisano all’epoca aveva solo 28 anni, ma era già considerato un pericoloso pluripregiudicato ed «elemento d’altissima pericolosità sociale». E anche in quel caso, fu catturato mentre s’era dato alla macchia dopo che il questore reggino aveva disposto il regime di sorveglianza speciale nei suoi confronti.
A “beccarlo”, 13 anni addietro, sempre i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, in stretta sinergia coi militari di Ancona: le manette scattarono infatti ai polsi del gioiese mentre si trovava alla stazione ferroviaria di Sassoferrato, piccolo centro dell’Anconetano giusto al confine tra le Marche e l’Umbria.
Più di recente, a fine maggio del 2015, erano stati i carabinieri della Compagnia gioiese a “beccarlo” mentre, prima del “salto di qualità” e di trasferirsi oltreconfine, rubava materiale ferroso in un vecchio stabilimento Apor (l’Associazione produttori olivicoli Reggio Calabria), giusto lì dove termina l’area territoriale di Gioia Tauro e inizia quella di Rosarno. “Armato” d’autocarro e di flessibile – poi sequestratigli –, al momento del suo arresto in flagranza di reato Pisano aveva già asportato qualcosa come 20 quintali di ferro e tubature varie. A condurre i militari alla cattura di Pisano, nell’occasione, erano stati proprio i movimenti sospetti del mezzo pesante.
Nel novembre 2017, il nuovo mandato di cattura che “persuase” Roberto Pisano a scappare: in Svizzera, l’oggi 41enne gioiese è riuscito a sottrarsi per poco meno di 3 anni ai rigori della legge, adesso però dovrà scontare una pena complessiva da 8 anni e 7 mesi di reclusione.