Quaresima 2019 – I riti e la Naca a Gagliano di Catanzaro

Seconda puntata della rubrica Terra di Santi, una collaborazione fra Calabria 7 e Life Communication


Il termine Naca riporta alle processioni sante di varie zone calabresi. La più nota è quella di Catanzaro. Ma nel quartiere Gagliano del capoluogo calabrese si svolge ogni anno un’altra solenne Via Crucis del Venerdì Santo, che registra la partecipazione di numerosissimi fedeli e rappresenta un evento religioso al quale tutta la comunità è particolarmente legata. Questa rappresentazione ha radici molto antiche; pare si sia svolta  per la prima volta intorno al 1900.

L’organizzazione di tale processione viene affidata, di anno in anno, alternativamente, alle due confraternite presenti sul territorio gaglianese ovvero la Reale Arciconfraternita del SS. Rosario e la Pia Congregazione Madonna del Carmine.

Entrambe, con professionalità e dedizione, curano tutto l’evento che la particolarità di affiancare alla preghiera la rappresentazione scenica della passione di Cristo. Il Venerdì Santo è sicuramente il giorno centrale di tutta la settimana Santa, ma è proceduto da una serie di altri eventi. Il tutto inizia con la Domenica delle Palme, giorno in cui i fedeli, al suono delle campane, si ritrovano nella zona del Calvario, situato all’entrata del quartiere, per la benedizione dei rami di ulivo; tale momento rappresenta l’entrata di Gesù in Gerusalemme.

Giovedì santo

Il Giovedì Santo si celebra l’ultima cena del Signore con la lavanda e il bacio dei piedi ai dodici apostoli, e la distribuzione del pane benedetto ai fedeli.Viene svelato l’altare della Reposizione, ovvero il Sepolcro che custodirà il corpo del Cristo fino alla notte di Pasqua. Terminata la funzione liturgica, i devoti sono impegnati nella tradizionale visita ai sepolcri per sette volte ad altrettanti sepolcri, prima nelle due chiese del quartiere e poi in quelle cittadine.

Un’altra particolarità della Settimana Santa nel quartiere di Gagliano è quanto  avviene nella  notte tra il Giovedì ed il Venerdì Santo, durante la quale l’intero quartiere viene setacciato da alcuni figuranti rappresentanti i soldati romani che, accompagnati dal suono dei tamburi, della grancassa e della tromba cercano il Cristo che si trova nell’orto degli ulivi a pregare.

Venerdì Santo

Questa prima caratterizzazione della Naca di Gagliano lascia poi spazio alla Via Crucis del Venerdì Santo che si svolge per le vie principali del quartiere e si articola in una serie di momenti che la distinguono da tutte le altre processioni.La preparazione dell’evento coinvolge otre 70 figuranti tra cui moltissimi giovani, e la loro presenza attesta la volontà di portare avanti questa antica tradizione.

L’evento, a seguito della Funzione Liturgica che si svolge in chiesa e che prevede un momento di profonda adorazione e bacio della S. Croce, inizia con la “Phigghiata“, ovvero la cattura di Cristo ed il processo innanzi a Ponzio Pilato; subito dopo vi è la flagellazione del Cristo, che avviene all’anfiteatro, e a seguire arriva alla chiesa del SS. Rosario, dove il Cristo coronato di spine ed i due ladroni vengono caricati delle croci, affiancati dai soldati romani.

La Naca lascia la chiesa portata a spalla dai confratelli delle due congreghe, seguita dalle statue dell’Addolorata e di S. Giovanni.Lungo le vie appaiono una serie di altri personaggi quali il Cireneo, le Pie donne, la Veronica e molti altri. Il percorso di questa suggestiva processione è caratterizzato anche dalle peculiarità architettoniche e strutturali del quartiere di Gagliano che, nei vicoletti e nelle stradine interne, ricorda per alcuni versi le stradine di Gerusalemme. Il percorso culmina in via Scerbo con la crocifissione che rappresenta il punto più sentito della celebrazione. Le scene relative alla crocifissione e alla morte sono infatti preparate nei minimi dettagli e aiutate da fasci di luci variopinte generano nello spettatore, un notevole pathos. Un silenzio angosciante pervade la scena fino al frastuoni assordante dei tuoni e lampi che annunciano la morte di Cristo. Straziante alla fine è il pianto di Maria.

Sabato Santo e Pasqua

Il sabato è giorno di silenzio e meditazione.  A mezzanotte si accendono le luci, cadono i drappi violacei  risuonano le campane ed irrompe la Gloria. Cristo è risorto.L’ultimo momento della settimana Santa è la “Cunfrunta”, il momento in cui la Vergine Maria attende il Cristo Risorto.L’incontro si svolge nel pomeriggio della domenica di Pasqua, nella piazza; escono dalla chiesa, portate a spalla, la statua della Madonna e quella di San Giovanni che dopo averla reverenziata corre a cercare Gesù.  Compie  tre viaggi, ritorna in piazza e piegandosi all’indietro, fa cenno alla Madonna di non aver trovato Gesù.Gli spettatori osservano in silenzio denso di attesa la scena, resa drammatica dalla bravura dei portantini nel mimare la corsa di San Giovanni e lo stupore della Madonna.  Al terzo viaggio arriva di corsa San Giovanni, si inchina davanti alla Madonna e tra gli applausi della folla e la musica della banda ecco apparire Cristo Risorto.

(fonte: Gaetano Severino, priore Arciconfraternita del SS Rosario di Gagliano, Catanzaro)

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Redazione Calabria7

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