Quaresima 2019 – PESACH, la Pasqua Ebraica in Calabria

Prima puntata della rubrica Terra di Santi,  una collaborazione tra Calabria 7 e Life Communication


Nel primo mese, al 14 del mese verso sera sarà Pesach per HaShem . Il 25 dello stesso mese è Festa delle Matzot per HaShem : per sette giorni mangerete Matzot ( pane non lievitato ). “ Cosi recita la porzione di Torah, di Bibbia nel Levitico.

Inizia il 15 del mese ebraico di Nissàn, nella stagione nella quale, in terra d’Israele, maturano i primi cereali; segna quindi l’inizio del raccolto dei principali prodotti agricoli. È la festa delle azzime. In terra d’Israele Pesach dura sette giorni dei quali il primo e l’ultimo di festa solenne, gli altri di mezza festa. È una delle tre feste principali dellEbraismo che un tempo comportavano il pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme

Fuori d’Israele – in Calabria – la durata di Pesach è di otto giorni, dei quali i primi e gli ultimi due sono di festa solenne. È una festa che si sviluppa in famiglia, nelle case da millenni ormai in ricordo del fatto che quando furono liberati dalla schiavitù gli Ebrei lasciarono l’Egitto tanto in fretta da non avere il tempo di far lievitare il pane.  Per tutta la durata della ricorrenza è assolutamente vietato cibarsi di qualsiasi alimento lievitato o anche solo di possederlo.

Pesach significa “ oltrepassare , saltare, “ in ricordo dell’Angelo della Morte che passò oltre le casa degli Israeliti , segnate dal sangue dell’agnello , come ordinato da D.o e  colpì gli Egiziani che non volevano liberare il popolo di D.o.In questo passaggio Pesach diventa simbolo di liberazione da ogni forma di schiavitu’ dal peccato, da tutte quello che appesantisce la nostra anima e la gonfia , come fa  il lievito, ed le impedisce di librarsi pura nel rispetto dei Comandamenti Divini.

Si deve far uso di matzà, il pane azzimo, un pane non lievitato e scondito, che è anche un simbolo della durezza della schiavitù.il Pane non ebbe tempo di lievitare quella sera. Il lievito in questa festa rappresenta metaforicamente l’impurita’ del popolo assorbita nella schiavitu e che nella redenzione e liberazione.  Il popolo dovette eliminare i suoi pesi per prepararsi nell’ esodo del deserto a ricevere cinquanta giorni dopo, le Tavole della Legge sul Monte Sinai , al suono imponente dello Shofar , la Tromba di D.o. I giorni precedenti la festa di Pesach sono dedicati a una scrupolosa e radicale pulizia di ogni più riposto angolo della casa per eliminare anche i piccoli residui di sostanze lievitate.

Penna d’oca e candela

I bambini, con in mano una candela ed una penna d’oca come pennellino, in tutte le case partecipano con gli adulti a liberare la casa da sostanze lievitate , mollichina per mollichina. In questo gioco festoso si racconta , si parla si trasmette , adulti e bambini, l’amore per HaShem e di quanto sia stato generoso di Benedizioni.Un momento in cui la Famiglia assume la funzione originale Divina ovvero quella di Custodire e trasmettere nel suo interno i Comandamenti di D.o. Tra vecchie e nuove generazioni. Le sostanze lievitate raccolte verranno bruciate come segno di liberazione dal passato e dal peccato.

Questa usanza era tipica in Calabria mutuata anche dalla lingua italiana nella quale ricorre spesso l’espressione “pulizie di Pasqua” – sinonimo anche delle “pulizie di primavera”.Anche le pentole e gli utensili della cucina vengono purificati dalla eventuale presenza di lievito . Immersi in acqua o bolliti. Serviranno per preparare la Cena del Seder .La prima sera viene celebrato il Seder, in ebraico “ordine”, suggestiva cena nel corso della quale vengono rievocate e discusse secondo un ordine prestabilito le fasi dell’Esodo, rileggendo l’antico testo della Haggadah.

Il racconto è sempre lo stesso , da millenni si trasmette oralmente, con racconti, preghiere e canti. I bambini sono coloro che chiederanno il perche di tanti preparativi e perché quella sera è stata diversa dalle altre sere. E con commozione , stretti in famiglia o con i vicini di casa, come quella sera , si raccontano dei segreti e dei Miracoli Grandi Operati da D.o .

Si consumano vino, azzime ed erba amara in ricordo dei dolori e delle gioie degli Ebrei liberati dalla schiavitù. Si inizia con l’invito ai bisognosi ad entrare e a partecipare alla cena e si prosegue con le tradizionali domande rivolte al padre di famiglia dal più piccolo dei bambini. La prima di queste è volta a sapere “in che cosa si distingue questa notte dalle altre?”. Tali quesiti consentono a tutti i presenti di spiegare, commentare, analizzare i significati dell’esodo e della miracolosa liberazione dall’Egitto, le implicazioni di ogni schiavitù e di ogni redenzione.

I simboli della festa, la scrupolosa pulizia che la precede, il pane azzimo vale a dire il “misero pane che i nostri padri mangiarono” – il Seder, la lettura della Haggadah, fanno sì che  bambini arrivino a conoscere  la storia dell’uscita dell’Egitto , la storia ed i misteri di quella notte , la stessa ogni anno , da 5000 anni.
La matzà, il duro alimento che sostituisce il morbido e saporito pane di tutti i giorni, sta anche ad indicare il contrasto tra l’opulenza dell’antico Egitto, l’oppressore, e le miserie di chi, schiavo, si accinge a ritrovare appieno la propria identità.Può anche ricordare che la libertà è un duro pane, così come l’eliminazione dei lieviti può rappresentare la necessità di liberarsi dalla corruzione della vita servile e anche dalle passioni che covano nell’intimo dell’animo umano.

La scomparsa dell’Ebraico

Il racconto di Pesach è sempre lo stesso e le melodie dei canti suggestivi. L’uso dell’Ebraico in Calabria si perse per via della Inquisizione Spagnola. I cripto giudei rimasti ed i marrani continuarono a raccontarsi la storia di Pesach in dialetto calabrese. Canti che si sono trasmessi oralmente sino ad oggi uguali nel significato a quelli anche oggi cantati a Gerusalemme. 

Ma ‘nishtanà halayla haze si chiede ai partecipanti del Seder. In che cosa si differenzia questa sera dalle altre sere? La risposta che ha avuto è stata ovviamente quella della Haggadah. Molti dei partecipanti avrebbero voluto rispondere che la differenza tra questa sera e quella dell’ultima volta che nella loro famiglia si è fatto un seder in terra di Calabria sono i 500 anni che sono passati tra i due sedarim.Calabria e in Sicilia, anche se gli ebrei sono stati espulsi nel 1500 e non hanno mai riformato le antiche comunità, sono comunque presenti le testimonianze dell’antica presenza ebraica.

Racconterai a tuo figlio” e del “ognuno deve vedere se stesso come se proprio lui fosse uscito dal’Egitto” e del significato di libertà per il popolo e per ognuno di noi.Nel Secondo Seder di canta la versione calabrese dell’”Echad mi Yodea?”. È una antica filastrocca  che veniva recitata un po’ dappertutto in Calabria, con poche differenze lessicali, certamente calco del canto ebraico, conservato in ambiente criptogiudaico, successivamente cristianizzato nella forma.

(fonte : Roque Pugliese, consigliere Comunità Ebraica di Napoli e delegato per la Calabria)

redazione Calabria 7

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