di Danilo Colacino – La commedia va avanti. La tv nazionale ha messo a nudo ciò che accade a Palazzo De Nobili e dintorni, che già la metà basta come si suol chiosare in questi casi, ma se si scava ancora un po’ verranno fuori comportamenti, forse neppure penalmente rilevanti, tuttavia moralmente inaccettabili.
Il guaio è che ci sono troppi interessi collaterali in ballo e troppa gente che ha ricevuto in dono posti di lavoro e altre utilities solo per essere parente o amica (talvolta anche speciale) di chi comanda. Che poi da 30 anni a questa parte, a Catanzaro, sono più o meno sempre gli stessi.
Il guaio è che ci sono troppi interessi collaterali in ballo e troppa gente che ha ricevuto in dono posti di lavoro e altre utilities solo per essere parente o amica (talvolta anche speciale) di chi comanda. Che poi da 30 anni a questa parte, a Catanzaro, sono più o meno sempre gli stessi.
Adesso, però, è il momento dell’indignazione e fa persino sorridere gli addetti ai lavori, come noi, il teatrino che sta montando. Qualcuno, infatti, ha capito che persino da tale scempio può venirne fuori (per dirla con Paolo Sorrentino) “qualcosa di buono”.
Ma la realtà è che sono tutti d’accordo, anche quelli che fanno finta di litigare fra di loro. Figuriamoci. È solo un po’ di pubblicità…aggratis.
Basti pensare che da tempo il centrodestra dialoga con una delle minoranze (apparentemente la più dura e pura) per un patto di non belligeranza finalizzato a togliere di mezzo (politicamente parlando, s’intende), o quantomeno depotenziare, uno scomodissimo avversario comune (sotto ogni punto di vista).
Non accadrà alcunché, allora. Statene certi. Lo abbiamo sostenuto e lo ribadiamo: stiamo vivendo una scena de Il Gattopardo.
Unica variante l’elemento ricatto, perché se davvero è in atto bisognerà capire chi è ricattabile, e il motivo, nelle fila della maggioranza in base alle dichiarazioni rilasciate a La7 dal consigliere comunale Giuseppe Pisano.
Chiarito questo, nulla succederà se non al massimo una seduta di civico consesso post elettorale – dopo mesi di silenzio – in cui si regaleranno i conti. Ma non sulla base della morale. Bensì su quella dei voti.
Ci scusi allora il Sommo Poeta se indegnamente lo mutuiamo, scrivendo: “Ahi serva Italia (Catanzaro), di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie (Provincia), ma bordello!”.