Quinta Bolgia, il gip revoca le misure cautelari per sette indagati

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Per la Dda di Catanzaro non sussistono le esigenze cautelari sottese all’originaria richiesta, tanto sotto il profilo della reiterazione del reato, che sotto il profilo dell’inquinamento probatorio

Il gip del Tribunale di Catanzaro Barbara Saccà ha accolto la richiesta formulata dalla Procura di revoca delle misure cautelari disposte per sette indagati coinvolti nell’inchiesta Quinta Bolgia.  Secondo la Dda di Catanzaro due gruppi imprenditoriali, i Putrino e i Rocca legati alle cosca confederata Iannazzo- Cannizzaro- Daponte,  si sarebbero accaparrati negli anni il mercato delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue, escludendo dal mercato le altre ditte, operando attraverso un’illecita concorrenza con violenza e minaccia e cercando di turbare, mediante atti illeciti la regolarità delle gare  di affidamento delle ambulanze.Tornano in libertà Diego Putrino, per il quale era stata disposta la misura cautelare in carcere; Pietro Putrino destinatario di un’ordinanza agli arresti domiciliari; Tommaso Antonio Strangis, Italo Colombo, Silvio Rocca e Pietro Rocca, sottoposti all’obbligo di dimora. Per Francesco Serapide, indagato per un filone diverso ma collegato al precedente, cade l’interdizione dal pubblico servizio. Per i pubblici ministeri Elio Romano e Vito Valerio, che hanno vergato nel mese di aprile l’avviso di conclusione delle indagini  non sussistono più le esigenze cautelari sottese all’originaria richiesta, tanto sotto il profilo della reiterazione del reato, tanto sotto il profilo dell’inquinamento probatorio.  Gli indagati, sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Ennio Curcio, Salvatore Staiano e Stefano Nimpo.

Il gip del Tribunale di Catanzaro Barbara Saccà ha accolto la richiesta formulata dalla Procura di revoca delle misure cautelari disposte per sette indagati coinvolti nell’inchiesta Quinta Bolgia.  Secondo la Dda di Catanzaro due gruppi imprenditoriali, i Putrino e i Rocca legati alle cosca confederata Iannazzo- Cannizzaro- Daponte,  si sarebbero accaparrati negli anni il mercato delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue, escludendo dal mercato le altre ditte, operando attraverso un’illecita concorrenza con violenza e minaccia e cercando di turbare, mediante atti illeciti la regolarità delle gare  di affidamento delle ambulanze.Tornano in libertà Diego Putrino, per il quale era stata disposta la misura cautelare in carcere; Pietro Putrino destinatario di un’ordinanza agli arresti domiciliari; Tommaso Antonio Strangis, Italo Colombo, Silvio Rocca e Pietro Rocca, sottoposti all’obbligo di dimora. Per Francesco Serapide, indagato per un filone diverso ma collegato al precedente, cade l’interdizione dal pubblico servizio. Per i pubblici ministeri Elio Romano e Vito Valerio, che hanno vergato nel mese di aprile l’avviso di conclusione delle indagini  non sussistono più le esigenze cautelari sottese all’originaria richiesta, tanto sotto il profilo della reiterazione del reato, tanto sotto il profilo dell’inquinamento probatorio.  Gli indagati, sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Ennio Curcio, Salvatore Staiano e Stefano Nimpo.

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